Il futuro incerto del Grand Hotel
«All'asta o resti bene pubblico»

All'asta per almeno 5-6 milioni di euro o mantenerlo di proprietà pubblica? Il futuro del Grand Hotel di San Pellegrino è sempre più incerto. Decisivo sul suo destino sarà l'avvio delle nuove terme e quanto queste rilanceranno la cittadina brembana.

All'asta per almeno 5-6 milioni di euro o mantenerlo di proprietà pubblica? Il futuro del Grand Hotel di San Pellegrino pare essere sempre più incerto. E, probabilmente, decisivo sul suo destino sarà l'avvio delle nuove terme e quanto queste rilanceranno veramente la cittadina brembana.

La società pubblica proprietaria dello storico edificio (al 100% del Comune) è in liquidazione e le ipotesi sul campo ora sono più di una. Quella prevalente sembra essere la vendita.

«A breve verrà eseguita una nuova perizia sul valore dell'edificio - spiega il sindaco Vittorio Milesi - quindi faremo un bando per una manifestazione di interesse. Da lì valuteremo se procedere o meno con l'asta. Ovvio che lo faremo solo se ci sarà un imprenditore disposto a recuperare l'immobile (servono 40-50 milioni di euro, ndr), perché non avrebbe senso venderlo per lasciarlo cadere. Se, invece, dovesse arrivare l'autorizzazione per aprire una casa da gioco le possibilità di recupero sarebbero maggiori. A quel punto varrebbe la pena mantenerlo pubblico. Il Grand Hotel è stato anche inserito nel "Progetto dimore" del Demanio, progetto in cui si cercano imprenditori disposti al recupero e alla gestione di storici edifici: ma, in genere si tratta di operazioni da pochi milioni di euro, mentre per il nostro ex albergo servono almeno 40 milioni».

Negli ultimi tempi si sono fatte avanti anche altre due soluzioni: in mancanza di fondi per il recupero completo si potrebbe sistemare e utilizzare solo il piano terra, oppure si ipotizza l'apertura di una casa per anziani.

«L'uso di un solo piano comporterebbe comunque una spesa di 6-7 milioni di euro - continua il sindaco - mentre la trasformazione in Rsa, ovviamente di lusso, contrasterebbe, però, con la vocazione turistica della cittadina».

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