Cronaca / Hinterland
Domenica 14 Luglio 2013
A piedi fino a Santiago: 1.100 km
«Esperienza dura e meravigliosa»
Il cammino per Santiago può significare tante cose, ma di certo la sua dimensione più significativa resta la fede. Centinaia e centinaia di chilometri per raggiungere un obiettivo che non è solo un timbro su un libretto, ma assume un senso spirituale ben più profondo.
Il cammino per Santiago può significare tante cose, ma di certo la sua dimensione più significativa resta la fede. Centinaia e centinaia di chilometri per raggiungere un obiettivo che non è solo un timbro su un libretto, ma assume un senso spirituale ben più profondo.
Tino e Lietta Bertocchi, di Bagnatica, lo sapevano bene la prima volta e l'hanno saputo meglio la seconda, quando hanno deciso di ripetere l'esperienza già completata tre anni prima: non si pensi a un deja-vu, perché, se mai fosse servito, per rendere tutto un po' più nuovo e stimolante, i coniugi Bertocchi hanno pensato di intraprendere una nuova strada, tentando l'avventura sulla Via de la Plata, dopo la prima volta sul camino francés.
Dal sentiero che parte dai Pirenei esplorando il Nord della Spagna, passando da Pamplona a Leon, a quello che ha inizio a Siviglia e costeggia il confine con il Portogallo, mantenendo ovviamente la stessa destinazione. Santiago de Compostela, un nome che, in certi momenti del viaggio, inizia ad assumere le sembianze di un miraggio.
«In certi momenti, a metà della strada, quasi non ce la facevamo più: eravamo sempre più stanchi e, durante la notte, i servizi erano molto meno efficaci rispetto alla via francese», chiosano Tino e Lietta, cinquantanove anni e non sentirli. «È stata la fede a spingerci sempre più in là: il nostro cammino ha esaudito il nostro desiderio di ringraziare Dio per le grazie con le quali ha sempre accompagnato la nostra famiglia.
Quasi millecento chilometri per trentanove giorni di viaggio come una grande metafora: «È stato qualcosa di molto duro, ma al contempo meraviglioso: in qualche modo, questo cammino ha rappresentato proprio la nostra stessa vita».
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