Agriturismo a quota 95 Bergamo quarta in Lombardia

In vigore la nuova legge nazionale: il lavoro nei campi non è più considerato l’attività principale

Comincia il periodo d’oro dell’agriturismo. Nella Bergamasca il settore è molto sviluppato: con 95 attività aperte la provincia è al quarto posto in Lombardia, superata da Brescia, Mantova e Pavia. «Tutte le zone della provincia sono coperte in maniera piuttosto omogenea, dalla montagna ai laghi, e questo porta a un’offerta piuttosto variegata dal punto di vista dei prodotti, ma anche dei paesaggi e degli itinerari» spiega la responsabile dell’ufficio Agriturismo della Provincia Silvia Menga. Quest’anno la stagione si è aperta con una novità legislativa: il 31 marzo è infatti entrata in vigore la nuova legge nazionale che disciplina l’agriturismo e che racchiude tutte le normative che riguardano il settore (quelle fiscali, quelle previdenziali, sanitarie e naturalmente agricole). La disciplina è demandata alle Regioni che dovranno a loro volta recepire la nuova legge, ma il testo contiene alcune novità che in futuro potranno interessare le aziende. Anzitutto, viene parzialmente modificata la definizione di agriturismo: attualmente l’attività si basa sul concetto di «complementarietà»; l’agriturismo deve cioè essere un’attività che si aggiunge all’attività agricola senza però prevalere in termini di ore di lavoro. Con la nuova legge spariscono la parola complementarietà e l’indicazione che il lavoro agricolo deve essere il principale, anche se viene comunque affidato alle Regioni il compito di definire criteri e limiti. Viene stabilito quindi un rapporto più libero tra le due attività che, secondo l’assessore provinciale all’Agricoltura Luigi Pisoni, punta a «superare una concezione minimalistica dell’agriturismo, per pervenire a una specializzazione dell’attività agrituristica che sia dello stesso standard qualitativo di quella raggiunta dall’agricoltura in questi anni». Un’altra novità riguarda lo snellimento della procedura per poter aprire un’attività: non occorrerà più aspettare l’autorizzazione del proprio Comune, basterà comunicare l’inizio di attività, mentre sarà il Comune a formulare, entro sessanta giorni, eventuali obiezioni. (14/04/2006)

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