Casa Amica, un aiuto
fatto di 234 alloggi

Giovedì 16 aprile l'associazione «Casa Amica», con atto notarile, si trasforma in Fondazione. Non cambiano le finalità statutarie, ovvero favorire l'accesso a un'abitazione dignitosa a cittadini italiani e a immigrati che per motivi socioeconomici, familiari, psicofisici, si trovano in situazione di bisogno e disagio. Un passo importante per un'associazione costituita nel 1993, evoluta e rafforzata nel corso degli anni, diventando per molte realtà istituzionali un punto di riferimento per fronteggiare il problema casa. Abbiamo sentito Massimo Monzani, Presidente di Casa Amica.
L'associazione Casa Amica diventa fondazione. Quali le motivazioni?
«Sostanzialmente il cambiamento avviene perché la parte patrimoniale da gestire, che ammonta a 11 milioni di euro lordi di immobili (4 milioni di euro netti), è diventata di assoluto rilievo. Quindi occorreva un contesto giuridico idoneo, come la costituzione di una fondazione che ci valorizzasse come uno strumento per una concreta politica della casa».
New entry importanti nel novero dei soci fondatori?
«Abbiamo la Diocesi di Bergamo con un conferimento di un milione di euro. Poi la Fondazione Banca Popolare di Bergamo e le Banche di Credito Cooperativo con un apporto di 100.000 euro ciascuno». Tra i vecchi soci fondatori dell'associazione chi rimane nella fondazione? «Il Comune di Bergamo con un contributo di 100 mila euro e otto unità immobiliari del valore totale di circa 900 mila euro. Qualifica di fondatori, con versamento di 100 mila euro, anche per Confindustria, Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Mia (Congregazione Misericordia Maggiore), Comune di Osio Sotto (la quota è sotto forma di appartamenti, ndr) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. La Provincia conferma il versamento di 100 mila euro, mentre sta valutando la cessione di alcuni appartamenti. A loro si affianca poi tutta la cordata dei soci partecipanti».
Quale differenza passa tra Casa Amica e l'Aler?
«L'Aler è un'istituzione di diritto pubblico. Casa Amica, invece, è di diritto privato». Tutto qua? «Noi di Casa Amica siamo molto più rapidi nell'assegnare, realizzare e acquisire un immobile. Inoltre tendiamo, a differenza dell'Aler, a preferire la capillarità della nostra presenza sul territorio piuttosto di costruire un intero blocco condominiale». Fate anche formazione agli inquilini? «Abbiamo dei dipendenti specializzati per questo compito. Educhiamo, soprattutto a chi appartiene a una cultura diversa dalla nostra, all'uso corretto di un immobile specialmente se inserito in un contesto di regole come può essere un condominio».
Quanti dipendenti avete?
«Sette più il direttore, don Gianni Chiesa. Dal 1993 Casa Amica è cresciuta». Ci dà un po' di numeri? «Gestiamo 234 alloggi dei quali 122 di proprietà (di cui 13 in patto di futura vendita e 2 in affitto riscatto), 21 alloggi appartengono al Comune di Nembro, 9 al Comune di Bergamo, 7 alla Provincia, 5 alla Cassa Rurale di Treviglio, 4 case sono di proprietà dell'Aler, 2 del Comune di Terno d'Isola e infine 64 alloggi di proprietà di privati».
Dalla sola gestione di case alla costruzione di case di proprietà. Da dove comincia il doppio binario di Casa Amica?
«Da Telgate nel 1999, quando abbiamo acquistato uno stabile da ristrutturare soggetto a un'ordinanza comunale di sgombero dovuta a motivi di sicurezza. Con l'aiuto della parrocchia, che aveva trovato un alloggio temporaneo a quelle famiglie, in poco meno di due anni, attraverso il sostegno della legge Turco-Napolitano, abbiamo permesso a quelle persone di ritornare in tutta tranquillità in quelle case».
Un caso dall'eco nazionale?
«Sì. Anche l'Università Bocconi mi ha invitato per una conferenza su quanto accaduto».
Chi abita negli alloggi di Casa Amica?
«Prevalentemente famiglie di giovani lavoratori dipendenti (operai e operaie), una quota di single in alloggi collettivi (dalle 3 alle 5 persone in media) eredità dello svuotamento delle caserme della città imposto a metà degli anni '90. Con l'esperienza guida di Casa Colori a Longuelo (sei appartamenti, ndr) abbiamo iniziato ad accogliere donne sole con minori a carico».
Più italiani o più immigrati?
«Circa l'80% sono stranieri, il restante 20% sono cittadini italiani». Percentuali che hanno sollevato nei vostri confronti le proteste della Lega Nord. «Il Carroccio ha sbagliato indirizzo. Non è Casa Amica che decide chi inserire nelle case bensì coloro, enti pubblici e privati, che ci conferiscono gli appartamenti in gestione oppure i fondi per costruire nuove case».
Quindi se un leghista elargisse un fondo per residenze da adibire a bergamaschi in difficoltà?
«Ovviamente ne garantirei l'uso esclusivamente per loro».
Il costo medio di un vostro canone di affitto?
«Molto più bassi rispetto alla media del mercato. Non dobbiamo ricavare margini di lucro, ma garantirci un equilibrio finanziario. Diciamo, quindi, un buon 30% in meno di canone mensile».
E se un inquilino vi chiede di diventare proprietario della casa nel quale risiede in affitto?
«Non possiamo che accettare. Vuole dire che il disagio economico nel quale versava è terminato e possiede la forza di riscattare una casa di proprietà».
Progetti in atto?
«Sette nuovi appartamenti a Boltiere e l'elaborazione di un progetto di edilizia sociale nel Comune di Bergamo con Confcooperative, Lega delle Cooperative e le Acli. Si tratta un strumento operativo a disposizione per essere concretizzato».
Il Piano Casa del governo Berlusconi vi riguarda?
«Occorre attendere la Regione che ha la delega attuativa del decreto».

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