Cibo, questione di etichetta
E il made in Italy piace di più

Uno sguardo all’etichetta dei cibi e un altro alla loro provenienza: lo rivela un’indagine di mercato.

Almeno 7 italiani su 10 (precisamente il 73%) controllano le etichette degli alimenti che comprano e si assicurano che si tratti di prodotti italiani (nel 71% dei casi) che abbiano marchi di qualità (67%), siano senza conservanti (66%) e biologici (61%). È quanto rivela un’indagine su 2000 persone fra i 18 e i 65 anni realizzata con il metodo Web Opinion Analysis, cioè le analisi delle opinioni su internet, dal Polli Cooking Lab, l’osservatorio dell’azienda toscana F.lli Polli.

A preoccuparli (nel 77% dei casi) è che gli alimenti siano prodotti in Paesi dove non si rispettano le norme igienico-sanitarie. Gli acquisti più controllati sono le carni fresche (85%), il latte (77%) e la verdura (72%). E 6 italiani su 10 non dimenticano di guardare i valori nutrizionali indicati sulle etichette. Ad essere più attente sono le donne: il 77% controlla l’origine dei prodotti contro il 63% degli uomini. I compratori che fanno più controlli sono quelli fra i 50 e i 65 anni, quando la percentuale sale all’85% mentre fra gli under 25 arriva a malapena al 61%. Mentre geograficamente le etichette sono esaminate più al Nord (75%) che al centro (72%) e al Sud (68%).

La quasi totalità degli italiani (il 95%) pensa che un prodotto made in Italy debba essere integralmente fatto in Italia, anche se solo l’81%, comunque percentuale alta, sa che per poter usare quella dicitura deve essere fatto, lavorato e confezionato in Italia, mentre l’8% crede che possa essere lavorato all’estero e il 5% che l’origine delle materie prime possa essere estera. E questa attenzione all’italianità conferma la ricerca realizzata per il ministero dell’Agricoltura secondo cui l’82% degli italiani è disposto a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto.

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