Continuità assistenziale
in arrivo 40 nuovi posti letto

Un sistema di «assistenza intermedia» per garantire la continuità di cura ai pazienti dimessi dall'ospedale ma non in grado - per motivi di salute o familiari - di trascorrere la convalescenza al proprio domicilio.

Un sistema di «assistenza intermedia» per garantire la continuità di cura ai pazienti dimessi dall'ospedale ma non in grado - per motivi di salute o familiari - di trascorrere la convalescenza al proprio domicilio.

L'iniziativa - che a breve verrà impletata con 40 nuovi posti letto (da aggiungere ai 20 attuali resi possibili grazie alla fattiva collaborazione degli Ospedali Riuniti e del Comune di Bergamo) - fa parte di quelli in via di definizione da parte dell'Asl di Bergamo illustrati anche ai sindacati in un incontro del 23 settembre scorso.

Il progetto di assistenza intermedia avrà una durata sperimentale di un anno, ma è facile prevedere che - nel frattempo - si cercheranno le strategie adeguate per poterlo proseguire nel tempo. Il sistema, infatti, risparmierà a molte famiglie la faticosa ricerca «in proprio» di soluzioni al momento della dimissione di un loro familiare in situazioni critiche.

«Questo sistema - hanno sottolineato con soddisfazione i sindacati -, accoglie e fa proprie richieste e proposte da noi avanzate più volte nel passato (centrali operative, nuclei distrettuali) e sulle quali erano nate convergenze anche con i Comuni e con il Volontariato. In particolare il sistema risparmia a molte famiglie la faticosa ricerca "in proprio" di soluzioni al momento della dimissione di un loro familiare in situazioni critiche, affronta in modo integrato il problema oltre che aumentare l'offerta di soluzioni e di posti letto di cure intermedie».

L'Asl, dal canto suo, sottolinea come la proposta vada nella direzione di un aumento degli attuali 20 posti letto frutto della sperimentazione tra Ospedali Riuniti e Comune di Bergamo, con l'avvio di ulteriori 40 posti letto frutto di un lavoro sinergico con gli Ambiti Territoriali e le Case di Riposo della provincia.

«Abbiamo inoltre sottolineato - spiegano ancora i sindacati - l'esigenza che i nuovi posti letto non debbano essere dispersi in troppe sedi ma vadano a costituire unità di medie dimensioni in grado di offrire una risposta assistenziale qualificata sul piano professionale, così come pure abbiamo insistito affinchè anche le aziende ospedaliere concorrano economicamente o con risorse professionali ai progetti poichè dal sistema, pur sperimentale, traggono il vantaggio di non avere posti letto occupati da degenze inappropriate».

Oltre a questo, la Direzione generale dell'Asl ha illustrato ai sindacati di Cgil, Cisl e Uil altri progetti in via di definizione inerenti la sperimentazione di Centrali Operative per le Dimissioni protette e  l'attivazione di Gruppi di lavoro distrettuali per la continuità assistenziale

L'incontro, il primo conseguente alla sottoscrizione del protocollo d'intesa per la "Creazione di un sistema di Welfare" del 10 luglio 2009, ha avuto dunque come oggetto il tema della Continuità assistenziale e ha rappresentato l'occasione per un primo confronto che proseguirà nelle prossime settimane su altri temi, sempre nell'ambito della continuità di cura: ADI (assistenza domiciliare integrata), SVP (stati vegetativi permanenti) e interventi per malati di SLA.

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