Furti d’auto: la polstrada arresta anche tre bergamaschi

«Guardi che le esce fumo dal cofano». Il proprietario dell’auto scendeva e il ladro - che si era presentato fingendo di rispondere a un annuncio economico per acquistare la vettura usata - spariva con la macchina. Usava anche questa tecnica la banda sgominata dalla polizia stradale di Bergamo. Ma non era l’unica: le auto venivano rubate nella maniera classica - cioè forzando la portiera e il bloccasterzo mentre erano parcheggiate - oppure sfruttando i momenti di distrazione dei proprietari ai distributori di benzina, negli autolavaggi e nelle concessionarie, dove spesso capita di allontanarsi lasciando le chiavi inserite. È quanto hanno portato alla luce le indagini della polizia stradale di Bergamo che grazie all’operazione «Scenic» ha mandato in carcere 3 persone: altre 4 sono agli arresti domiciliari, 4 sono a piede libero, mentre indagini sono in corso sul conto di altre persone.

Tre i bergamaschi. Due sono finiti in carcere perché ritenuti i presunti capi della banda: si tratta di Mario Folliero, 56 anni di Cologno al Serio, e di Salvatore Di Marco, 35 anni di Presezzo. Un altro invece è agli arresti domiciliari: Modesto Chiesa, 49 anni di Arzago d’Adda.

L’operazione ha preso il nome da un aspetto curioso di tutta la vicenda: secondo quanto è emerso dalle indagini i ladri avevano una preferenza particolare per le Renault Scenic. Le indagini erano cominciate quando una delle persone arrestate ha rubato, in un autolavaggio dell’hinterland milanese, una Audi S3: il ladro però era stato catturato a Bergamo dopo un inseguimento dalla polizia stradale di Seriate lungo l’autostrada.

La banda poi si occupava di taroccare le vetture cambiando i dati di immatricolazione: le rivendeva a ignari acquirenti, sfruttando anche inserzioni sui giornali specializzati del settore dell’usato. Una intensa attività investigativa della polstrada ha permesso di ricostruire tutti i passaggi e i ruoli dell’organizzazione.

La stradale ha recuperato 22 auto, una sofisticata attrezzatura per la falsificazione dei documenti, alcune cartucce trovate in possesso di uno degli arrestati e anche soldi falsi: in totale 60 mila euro.

(11/03/2005)

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