La toccante storia di Giulia
ha ridato la speranza a molti

È accaduto qualcosa di inedito e sorprendente. La storia di Giulia Gabrieli, 14 anni, malata di tumore, «che è morta ma ce l'ha fatta», è «uscita» dalle pagine de L'Eco del 30 agosto e ha raggiunto molti altri siti, blog e pagine facebook.

È accaduto qualcosa di inedito e sorprendente. La storia di Giulia Gabrieli, 14 anni, malata di tumore, «che è morta ma ce l'ha fatta», trasformando la sua sofferenza in un inno alla vita, è «uscita» dalle pagine de L'Eco del 30 agosto scorso e ha raggiunto, grazie al nostro portale on-line, molti altri siti, blog e pagine facebook.

Il passaparola tra carta stampata e internet - in questo caso un sano passaparola, non un tritacarne mediatico - ha indotto moltissimi lettori non solo a leggere, ma anche a scrivere, spesso di getto, a commentare, a scambiarsi storie e riflessioni, soprattutto a esprimere gratitudine.

Così in pochi giorni la casella di posta elettronica che familiari e amici di Giulia ci avevano chiesto di indicare in coda all'articolo ([email protected]) si è arricchita, come un fiume in piena, di decine e decine di messaggi. Un fitto e delicato dialogo, in cui ognuno si è lasciato provocare dalla storia di Giulia e ha provato a restituire le sue emozioni. Hanno scritto, e continuano a scrivere, mamme, papà, nonni, adulti, giovani (non pochi, e anche questa è una sorpresa), credenti e ferventi praticanti, ma anche agnostici e non credenti.

Impossibile dare conto della molteplicità e della ricchezza dei contributi. Ci limitiamo in questa pagina a pubblicare una piccola selezione di riflessioni, scelte tra le lettere e i commenti arrivati al giornale e al sito, oltre che alla casella di posta di Giulia. Ce n'è quanto basta. Diciamolo, allora: parlare di sofferenza e di morte si può. Dentro la storia di Giulia queste parole tabù sono diventate un impensabile volano di energia e di speranza, oltre che per lei, per molti altri che non la conoscevano. Eh sì, Giulia ce l'ha fatta. Una volta di più.

Fabio Finazzi


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