L’abbraccio di Selvino agli ex bimbi ebrei
Sciesopoli: storia attuale di speranza

Giornate ad «alta densità emotiva»: così Marco Cavallarin, del comitato promotore, aveva previsto sarebbe stato l’incontro internazionale dei bambini di Sciesopoli. Previsione confermata.

Tanta la commozione, le lacrime, gli abbracci, i sorrisi che hanno reso caldo ed affettuoso l’incontro tra quegli ex bambini ebrei e i selvinesi. Ascoltare i racconti in ebraico, inglese e italiano di chi arrivò in Valle Seriana da ogni luogo dell’Europa dell’Est, ritrovando tra le montagne la voglia di vivere e sorridere, è stato uno dei momenti più intensi della giornata. Il racconto non è però fine a se stesso e mette in moto riflessioni e spinge a guardare al presente.

Il riferimento all’attuale situazione dei profughi che bussano alle porte dell’Europa, la responsabilità di scelte personali («Mio padre era un uomo normale che si è trovato a scegliere tra il bene e il male», ha detto Franco, figlio di Giorgio Perlasca), sono temi più volte richiamati negli interventi di autorità e rappresentanti di associazioni presenti all’auditorium.

Marzia Marchesi, presidente del Consiglio comunale di Bergamo, ha sottolineato che la storia di Sciesopoli parla di rifugiati che hanno ritrovato il senso della propria vita: «Oggi siamo di fronte all’altro (profugo, extracomunitario, richiedente asilo, povero) che cerca in Europa sicurezza, benessere, diritti negati nel proprio Paese».

In Europa verrà portata una lettera firmata dai bambini proprio per chiedere di preservare questa storia e ricordare che 70 anni fa 800 piccoli profughi vennero accolti.

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