Qualità della vita: Bergamo scivolasu ordine pubblico e quadro demografico

Se non è proprio una bocciatura, poco ci manca. Sta di fatto che Bergamo, nella classifica stilata dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita perde ben 10 posizioni rispetto al 2004 e si colloca al 26mo posto con 510 punti, a pari merito con Treviso. La media punteggio italiana è di 470,1. «Regina» delle province italiane è Trieste, prima classificata con 570 punti. Nel 2004 era sesta. Fanalino di coda una provincia del Sud, Vibo Valentia. In generale la classifica ripropone l’abituale divario Nord-Sud Sono sei campi indagati dal rapporto attraverso una serie di 36 dati statistici che hanno portato all’elaborazione di graduatorie settoriali e, quindi, alla pagella finale. Eccoli: 1) benessere economico, 2) dinamismo imprenditoriale e opportunità di lavoro, 3) disponibilità di servizi e infrastrutture, 4) ordine pubblico, 5) quadro demografico, 6) occasioni di svago e d’impegno per il tempo libero.

A guardare le diverse classifiche, secondo gli indicatori, si scopre che Bergamo è addirittura 71ma per l’ordine pubblico (265,1 punti contro la media italiana di 337,7) e 84ma per il quadro demografico (495,8 punti contro una media di 533,7). Performance migliore sugli altri indicatori, che segnalano punteggi sempre superiori alla media italiana. La posizione migliore per Bergamo è nel quadro che riguarda la disponibilità di servizi e infrastrutture: la nostra città si colloca al sesto posto in Italia, con 676,3 punti, mentre la media del Paese è 580,2.

Per il sindaco di Bergamo, Roberto Bruni, i numeri della classifica del Sole vanno presi con molta cautela. «Notiamo - ammette - una regressione su certi aspetti, soprattutto quelli economici, causati anche da evidenti ritardi delle infrastrutture». Ma sui dati relativi alla sicurezza spiega: «Occorre distinguere tra sicurezza reale e percepita: la situazione a Bergamo, lo dicono le forze dell’ordine, non è così drammatica». Preoccupazione trapela poi per il passo indietro sul fronte ecologico («restiamo ai primi posti, però dobbiamo saper recepire questi segnali») e soprattutto su quello della salute: «Il triste primato sull’incidenza dei tumori - rileva il primo cittadino - purtroppo non è una novità e resta davvero una spina nel fianco dovuto probabilmente alla forte industrializzazione».


(19/12/2005)

 

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