Saldi-flop: vendite giù del 7 per cento

Commercianti a secco. Due mesi di sconti, ma gli acquisti si sono concentrati nei primi 15 giorni Al palo anche «Borsa della spesa»: scarso l’interesse da parte di negozianti e consumatori

Neppure i saldi di taglia extra-large di quest’anno (al loro esordio nel 2004 infatti si sono presentati con una durata «doppia» rispetto al passato) sono riusciti a far rialzare la testa al commercio orobico. Trascorsi pochi giorni dalla chiusura ufficiale delle liquidazioni di fine stagione, iniziate il 7 gennaio e terminate sabato scorso, il bilancio delle vendite nella Bergamasca segna un calo di circa il 6-7 per cento rispetto all’anno scorso.

«Anche quest’anno – spiega Diego Pedrali, presidente del Gruppo abbigliamento e calzature dell’Ascom di Bergamo e membro del direttivo Federcalzature – le vendite "da saldo" si sono concentrate nei primi 10-15 giorni per poi arrestarsi quasi completamente nelle settimane successive. Dal momento però che gli sconti si applicano ai capi rimasti in magazzino, è impensabile che si potesse far fronte con la merce a disposizione a un periodo di sconti tanto prolungato».

«Ritengo che questo insuccesso – commenta l’assessore al Commercio del Comune di Bergamo, Fabrizio Antonello - possa dipendere in alcuni casi anche dalla perdita di fiducia da parte dei consumatori, delusi dal comportamento di certi commercianti che, pur dichiarando determinate percentuali di sconto, in realtà mantengono prezzi di vendita elevati». E, come se non bastasse, ad aumentare le preoccupazioni dei negozianti locali, già esausti per la lunga e infelice stagione di saldi invernali, ci si è messo anche il cattivo tempo che, davvero senza clemenza, ha bloccato in partenza il decollo delle vendite dei capi primaverili.

Una serie di circostanze avverse, quindi, che, oltre a non aiutare il morale di chi sta dietro la cassa, di certo non alimenta neppure il cassetto. In mezzo a tanto sconforto generalizzato, la categoria orobica dei commercianti sotto la voce «flop», accanto a «saldi 2004», potrebbe già scriverne un’altra, ossia quella che va sotto il nome di «Borsa della spesa».

L’iniziativa, promossa dalla Regione Lombardia e finalizzata al contenimento dei prezzi (su una gamma di 25 generi di largo consumo e «pacchetti» di ristorazione negli esercizi pubblici), dopo un trimestre sperimentale dall’esito brillante un po’ ovunque, è stata prorogata sino a fine maggio. «Peccato solo – commenta Bortolo Baronchelli, presidente dell’Adiconsum di Bergamo – che la nostra città, da questo punto di vista, si sia distinta in negativo».

Anche Umberto Dolci, presidente di Federconsumatori di Bergamo, boccia l’iniziativa, che addirittura non si fa scrupoli a definire «un autentico specchietto per le allodole». «Invece di promuovere iniziative che servono più ad attirare che ad aiutare – consiglia Dolci –, si applichino sconti per periodi compresi tra i tre e i sei mesi: del 10 per cento su tutti i generi alimentari e di prima necessità, e del 25 per cento su tutto il resto. Allora sì che una campagna a favore del consumatore produrrà risultati positivi».

Le associazioni dei consumatori locali, infatti, non condividono la decisione di prolungare la durata di un’iniziativa che a Bergamo non ha sortito gli effetti desiderati, raccogliendo un’adesione a loro avviso decisamente scarsa.

(10/03/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA