Soccorsi in mare, non erano sul «barcone disperso»

I clandestini soccorsi ieri sera dalla nave Orione della Marina Militare al largo della Libia, aggrappati alle gabbie per l’allevamento dei tonni, non erano a bordo del «barcone fantasma» con 53 profughi eritrei avvistato per l’ultima volta lunedì, 80 miglia a Sud di Malta, e del quale – dopo una richiesta telefonica di soccorso ricevuta a Bergamo – si erano perse le tracce.

Trasportati a Lampedusa, i 27 clandestini rimasti aggrappati per oltre 24 ore alle reti avrebbero confermato di non far parte del gruppo disperso. L’unità militare italiana era intervenuta a conclusione di convulse trattative diplomatiche tra Malta e la Libia, che si erano rifiutate di prestare soccorso agli immigrati.  Gli extracomunitari, tutti maschi, sarebbero in buone condizioni di salute.

Rischiano invece di spegnersi definitivamente le speranze per i profughi eritrei dalla cui imbarcazione era stata inviata la richiesta di soccorso a Bergamo: a chiamare era stata Rigbe, un’eritrea di 24 anni che si trovava sull’imbarcazione e che aveva voluto avvertire dei disagi in cui si trovava la barca il fidanzato Yonas, ospite della comunità Ruah in città.

Dopo la richiesta di soccorso erano partite le prime ricerche, poi sospese e successivamente riprese visto l’interessamento dell’Unhcr.

(27/05/2007)

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