Terrorismo, Maj finisce in manette Un blitz della polizia a Parigi

Gli inquirenti: indicazioni utili per i delitti D’Antona e Biagi

Con un blitz della procura di Napoli è stato catturato a Parigi Giuseppe Maj, 64 anni, originario di Schilpario. Per lui l’accusa è di associazione eversiva e produzione e uso di documenti falsi. Gli inquirenti ritengono ci siano «indicazioni utili per le indagini sugli omicidi D’Antona e Biagi. Editore, laureato in ingegneria, Maj, leader dei Carc, i comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, si era reso irreperibile nel maggio del ’99, proprio dopo l’omicidio D’Antona.

Nato nel 1939 a Schilpario, Maj è sempre stato un intellettuale «contro» e nella sua biografia si trovano tracce di contatti con tutti gli ambienti che gli inquirenti romani hanno monitorato dopo il delitto D’Antona: la colonna veneta delle Brigate Rosse, l’ambiente dell’eversione legata alle frange più estreme dei centri sociali, persino alcuni legami che portano ai terroristi tedeschi della Raf e ai francesi di Action Directe. Suo fratello, Angelo Maj, è stato processato nei primi anni Ottanta a Bergamo come esponente di primo piano di Prima Linea. Si tratta dello stesso processo, tra l’altro, nel quale figurava tra gli imputati Francesco Gorla, l’ex piellino arrestato la scorsa estate per la tragica rapina al furgone portavalori in via Imbonati a Milano.

I Carc, come spiegano sul loro sito www.carc.it, «hanno l’obiettivo di ricostruire il partito comunista, prima grande tappa sulla via della rivoluzione socialista nel nostro paese». Per raggiungere questo risultato, spiegano ancora sul sito, è necessario «organizzarsi e organizzare anzitutto per creare le condizioni, per la ricostruzione del nuovo partito comunista italiano» e «appoggiare e promuovere la difesa di ogni conquista delle masse popolari, indirizzando ogni lotta di difesa verso l’attacco all’attuale regime della borghesia imperialista»

(24/06/03)

Su L’Eco di Bergamo del 24/06/03

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