Traffico illecito di rifiuti: 4 arresti Nel mirino azienda di Treviolo e Almenno

Una maxi-operazione contro il traffico illecito di rifiuti è stata compiuta nelle prime ore del mattino dal gruppo carabinieri della tutela ambientale di Treviso in collaborazione con i militari dell’Arma di Brescia, i Noe di Milano e Brescia. Il bilancio dell’operazione: 4 arresti, 32 decreti di sequestro, di cui 7 relativi a impianti e 25 ad autoarticolati, il tutto per un valore complessivo di 30 milioni di euro. Sono 29 complessivamente le persone coinvolte nell’inchiesta avviata dalla Procura di Bergamo. L’operazione, denominata Bonnie e Clyde, ha permesso di sgominare una vasta organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti e attività truffaldine connesse. Nel blitz dei militari sono impegnati i comandi provinciali dei carabinieri di Bergamo, Lecco e Pavia, con il supporto di un elicottero del II Elinucleo carabinieri di Orio Al Serio (Bergamo).

Gli investigatori hanno accertato che, dietro un’apparente lecita attività di smaltimento di rifiuti se ne realizzava una «illecita» riguardante, nella fattispecie, quelli pericolosi e non e che interessava in particolare le province di Bergamo, Brescia, Lecco, Varese e Cremona. Il Noe ha inoltre scoperto che gli indagati avevano ramificato i propri interessi criminosi in qualsiasi settore pubblico e privato, dov’era possibile lucrare senza distinzioni. Il fulcro dell’attività illecita, secondo l’accusa, stava nella società Meck, con sede legale a Treviolo, centro regolarmente autorizzato allo stoccaggio e trattamento di rifiuti non pericolosi.

Le indagini dei carabinieri del Noe si sono focalizzate in proprio sulla Meck nella quale confluivano rifiuti speciali provenienti da diverse aziende lombarde, attraverso molteplici società di trasporto tra le quali la Rota, con sede legale a Dalmine e operativa a Almenno San Bartolomeo. Nella Meck, secondo quanto accertato dagli investigatori, sarebbe stata eseguita la fraudolenta miscelazione dei rifiuti e realizzato il cosiddetto «giro bolla» mediante la falsificazione dei documenti e la creazione di certificati di analisi e di pesatura, al fine di destinare il tutto a inconsapevoli centri di smaltimento e al cosiddetto tombamento.

Tra le vittime ci sarebbe la società Sea Spa che gestisce l’aeroporto di Malpensa, inconsapevolmente coinvolta in quanto aveva conferito, con gara d’appalto, rifiuti solidi urbani non differenziati che non avrebbero potuto entrare nel bacino bergamasco. La ditta Rota, invece, mediante la compiacenza della società Adda express di Brivio (Lecco), avrebbe dato in carico i rifiuti alla società Meck sebbene quest’ultima fosse priva della relativa autorizzazione al trattamento degli stessi. Il Noe ha così scoperto un sofisticato sistema di triangolazione tra le tre società coinvolte. In particolare, ha scoperto che un ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi (mattoni refrattari provenienti dalla demolizione di un impianti di produzione farmaceutica della provincia di Milano) che sulla carta doveva essere destinato all’Adda Express, grazie ad una illecita attribuzione del codice Cer è stato in realtà inviato al recupero presso un’azienda del bergamasco.

Tra gli altri presunti illeciti accertati dai carabinieri del Nucelo Tutela dell’Ambiente, la miscelazione e la triturazione di diverse tipologie di rifiuti, fra cui anche speciali pericolosi, eseguite presso l’impianto della società Meck: un procedimento che avrebbe potuto rappresentare un concreto pericolo per la salute e l’incolumità degli stessi dipendenti. Il pericolo si sarebbe paventato in particolare modo nell’incendio del 5 gennaio 2005 che ha interessato l’impianto della società nel corso dell’operazione di triturazione dei rifiuti speciali pericolosi e non, che solo per un caso fortuito, hanno rilevato gli investigatori, non ha portato a conseguenze più gravi sulle persone e sull’ambiente.

(16/03/2005)

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