Italcementi: 350.000 api «assunte» come sentinelle ambientali

Operai, impiegati, dirigenti e alcune centinaia di migliaia di api: sono i dipendenti dell’Italcementi. Api? Si, non è un errore di battitura. Il gruppo cementiero bergamasco ha infatti «assunto» anche 350 mila di questi laboriosi insetti, e lo ha fatto con uno scopo preciso: monitorare la qualità dell’aria e dell’ambiente attorno ai propri impianti.L’esperimento è partito nella cementeria di Scafa, inAbruzzo nel 2002, poi, visto il successo, è stato esteso a una decina di impianti del Gruppo: dopo l’estate toccherà anche alla cementeria di Calusco d’Adda. A Rezzato (Brescia) sono state per esempio sistemate una decina di arnie. Le api si muovono fra la vegetazione e i fiori, raccogliendo il polline che poi usano per produrre il miele.Il miele viene poi spedito a Bologna dove viene analizzato dall’ Istituto nazionale di apicoltura: se tutto è nella norma, cioè se i contenuti sono nei limiti previsti dalla legge, il miele viene certificato come commestibile. Questo significa che l’aria e la zona in cui vivono le api è pulita. Fino a ora - conferma Italcementi - il prodotto è sempre stato trovato di ottima qualità: questo significa che gli inquinanti non sono sfuggiti ai filtri delle ciminiere. Il sistema viene valutato come più affidabile del normale campionamento dell’aria, su cui influiscono le condizioni atmosferiche e il momento del prelievo: le api invece lavorano sempre, con il bel tempo e quando piove, consentendo un controllo, attraverso il miele, più preciso.Ma che fine fa il miele: non viene commercializzato ma regalato come gadget in un barattolino col nome Italcementi cui è allegato un foglio che spiega come e perché è stato prodotto.A oggi il monitoraggio biologico con le api viene effettuato negli stabilimenti Italcementi di Broni (PV), Scafa (PE), Vibo Valentia, Matera, Isola della Femmine (PA), Monselice (PD), Borgo San Dalmazzo (CN), Sarche (TN) e Rezzato (BS).11/08/2008)

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