L’economia lombarda arranca Anche in Europa brilla meno

L’economia lombarda sta meglio di quella delle altre regioni italiane ma sta meno bene di quella delle regioni più avanzate d’Europa. E questo ritardo è lo specchio del ritardo del Paese nei confronti dell’Europa. È questo il messaggio che emerge dal Rapporto sull’economia della Lombardia nell’anno 2007 realizzato dalla Banca d’Italia e presentato, tra gli altri, a Milano da Salvatore Messina, direttore della Sede di Milano di Palazzo Koch, e da Salvatore Rossi direttore centrale della Banca d’Italia per la ricerca economica e le relazioni internazionali.«Ci sono due modi - ha detto Rossi - per analizzare il dato lombardo: confrontarlo con le altre regioni italiane e questo è il modo più comodo e confortante perchè la Lombardia risulta ai vertici di tutte le classifiche. Poi c’è un modo scomodo: quello del confronto con i dati delle regioni europee più avanzate, che però è il modo più giusto perchè la Lombardia deve guardare ai vagoni di testa e non di coda del treno». Da questo confronto emerge, secondo il direttore di Bankitalia, «un certo affanno della Lombardia e un ritardo che è specchio del ritardo dell’Italia nei confronti dell’Europa». All’origine di questo ritardo «problemi di vecchia data di carattere strutturale».Eppure «ci sono dati che autorizzano ad un seppur cauto ottimismo», secondo Messina.Nel corso del 2007, secondo il rapporto di Bankitalia, lo slancio dell’economia lombarda si è progressivamente esaurito e il Pil è rallentato all’1,7% dal 2,3 dell’anno, rallentamento che gli indicatori qualitativi e la frenata della produzione industriale del primo trimestre suggeriscono si protrarrà nel 2008. «Si noti - ha osservato Messina - che non abbiamo delle cadute del dato ma solo di un rallentamento». Questo ha interessato tutti i settori: nell’industria il valore aggiunto ha decelerato anche se le imprese hanno ripreso ad accumulare capitale: la spesa per investimenti in termini reali è cresciuta del 6,4% nel 2007 mentre era diminuita nel 2006. Anche il terziario ha mostrato qualche segnale incoraggiante: prova ne è la crescita del 2,3% del valore aggiunto accompagnata da un processo di liberalizzazione che seppure a rilento ha mostrato qualche progresso. Un indebolimento si è ravvisato anche nel settore delle costruzioni dove il valore aggiunto è cresciuto solo dello 0,9%. «La prospettiva dell’Expo - ha detto Messina - fa sperare in una spinta per la realizzazione delle infrastrutture. Ma anche senza arrivare all’Expo l’avvio di una serie di procedure di gara, come la Brebemi, lascia ben sperare».A pesare sull’economia lombarda problemi strutturali di lunga data che si sono riflessi in una crescita modesta della produttività: nel decennio 1996-2005 la Lombardia ha accumulato ritardo sul fronte della produttività del lavoro rispetto all’Europa con un differenziale, negativo, di 8,8 punti percentuali. Quello che è più penalizzante per la Lombardia è l’insufficiente mutamento della struttura verso i servizi a maggior valore aggiunto anche se è sul piano della spesa in ricerca e sviluppo, rimasta ferma all`1,1% del Pil, che la Lombardia sconta un ritardo, nel confronto con l`Europa.(24/06/2008)

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