Commercialisti, ricorso per dire «no» all’unione con i ragionieri

«No all’Albo unico dei dottori e dei ragionieri e soprattutto no all’unificazione delle due casse di previdenza»: è molto chiaro Enrico Togni, attuale consigliere dell’Ordine dei commercialisti di Bergamo, nello spiegare le motivazioni che hanno spinto lui e la collega Monica Brevi a presentare al Tar di Brescia il ricorso per chiedere che siano sospese le elezioni, previste per domani, del primo consiglio unificato, con 8 seggi riservati ai commercialisti, tre le liste in corsa, e 3 seggi ai ragionieri, con altre due liste.

In merito al decreto 139 del 2005 che definisce le modalità del voto, Togni dice: «Nel ricorso che abbiamo presentato oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo sollevato l’incostituzionalità del decreto per quanto riguarda il meccanismo elettorale. Degli 8 seggi in gioco per i commercialisti, infatti, 7 andranno alla lista vincente e solo 1 a quella perdente, senza considerare però le differenze nei voti presi. In questo modo basterebbe anche un solo voto di differenza per eleggere una maggioranza che non sarebbe rappresentativa della diversità dell’Ordine. Nei mesi scorsi si era pensato addirittura di modificare il decreto assegnando tutti gli 8 seggi all’unica lista vincente».

Ma alla base dell’istanza dei due commercialisti, c’è anche la questione dell’unificazione delle due categorie in un unico Albo, che sarà operativo dal 1° gennaio 2008. Un futuro già scritto, dunque, ma che per Enrico Togni «non tiene conto delle diversità delle due professioni, ognuna con le sue specificità. L’unificazione vorrebbe dire mettere sullo stesso livello due categorie che di fatto nascono da percorsi diversi: da una parte i dottori laureati e dall’altra i ragionieri diplomati».

Infine, c’è la fusione delle due casse di previdenza. Una questione delicata anche per le tre liste dei commercialisti, che nei loro programmi evidenziano come la gestione delle casse dovrà essere affrontata con attenzione. «Già nelle assemblee del 2001, quando si parlava di unire i due Ordini, avevo sollevato la questione – ha detto Togni -. Negli ultimi 10 anni, infatti, i nuovi iscritti all’Ordine dei ragionieri sono stati poco più di 50 e il rischio è che unificando le due casse noi dottori ci rimettiamo direttamente anni e anni di contributi versati. Per di più, dato che è ancora in fase di verifica la situazione patrimoniale delle due casse, il decreto 139 non è per niente chiaro sulla gestione dell’eventuale fusione». Intanto, in attesa di sapere se il giudice del Tar di Brescia accoglierà il ricorso (nel caso di esito favorevole dopo il giorno delle elezioni, i risultati del voto saranno invalidati), Togni esorta comunque «i colleghi ad andare a votare perché è un loro diritto. Sarà poi il giudice a stabilire la validità o meno delle elezioni».

(30/05/2007)

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