Aumentano in Lombardia le imprese in crisi

L’area di Bergamo, con 21 aziende che hanno in corso provvedimenti sospensivi per 4.194 addetti è seconda, preceduta solo da Milano, e seguita da  Magenta, Lecco, Brescia, Monza e la Brianza

L’industria lombarda, che occupa oltre 500mila addetti in 7.500 imprese industriali, e circa 200mila addetti nell’artigianato occupati in quasi 50mila aziende, sta attraversando un periodo piuttosto travagliato: sono infatti in aumento in le aziende metalmeccaniche in difficoltà. Soltanto sei mesi fa le imprese in crisi erano 337, mentre oggi sono esattamente un centinaio di più.Secondo l’Osservatorio regionale della Fim Cisl, a fine 2002 risultavano 108 le aziende con problemi di licenziamenti e mobilità, 22 con cassa integrazione straordinaria e 329 con cassa integrazione ordinaria. I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi sono 48.387 e coloro che sono direttamente colpiti dai provvedimenti sono 19.048: 2.552 in mobilità, 3.541 in cig straordinaria e 12.955 in cig ordinaria.L’area di Bergamo, con 21 aziende che hanno in corso provvedimenti sospensivi per 4.194 addetti è seconda in Lombardia, preceduta solo da Milano e seguita da  Magenta, Lecco, Brescia, Monza e la Brianza.

L’Osservatorio congiunturale della Fim fa rilevare che, dopo il grave rallentamento congiunturale registrato nel 2001, il primo semestre 2002 aveva evidenziato una lieve ripresa in tutti i comparti del settore metalmeccanico: ripresa che ci si aspettava di vedere confermata nel corso della seconda parte dell’anno. Invece le cose si sono messe peggio del previsto.

Commenta Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici Cisl della Lombardia «le aziende hanno reagito con un atteggiamento di attesa, nella prevalenza fidando in una sorta di rendita di posizione, ma non hanno accentuato né i programmi di investimento né l’innovazione di prodotti e servizi. Tra gli imprenditori è prevalsa la navigazione a vista».

Le aziende interessateda processi di crisi sono per il 78% al disotto dei 100 dipendenti, con il 22% degli addetti e il 31% dei lavoratori colpiti. Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è concentrato invece nelle aziende maggiori con oltre 250 addetti (82%).I settori più colpiti dalle difficoltà sono: fabbricazione macchine e apparecchi meccanici (24,03% degli interventi), radio tv e comunicazioni (18,99%), autoveicoli e rimorchi (15,67%), prodotti in metallo (12,88%).

(10/01/2003)

Su L’Eco di Bergamo del 11/02/2003

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