Legler, la Sardegna interviene:il destino dipende dalle banche

Al fotofinish. Quando ormai per Legler sembrava finita, con l’assemblea dei soci del gruppo che in uno studio notarile milanese aveva aspettato invano per ben sei ore il via libera di Sfirs e stava per gettare la spugna, la finanziaria sarda annunciava la delibera per la ricapitalizzazione del gruppo, proprio in «zona Cesarini», con un sospiratissimo fax «salva-azienda».

«Siamo passati in pochi minuti - spiega l’amministratore delegato di Legler Giuseppe Cipolla - dalla disperazione più cupa alla liberazione. Dopo sei ore di vana attesa infatti, l’assemblea aveva infatti deciso di arrendersi, con il morale sotto i tacchi e rassegnata a un fallimento quasi annunciato. Quando ormai avevamo già indossato i cappotti, la segretaria ci è corsa incontro con il fax della Sfirs che annunciava la riconversione dei loro crediti in azioni Legler: tutti abbiamo tirato un grandissimo sospiro di sollievo».

Un grande passo avanti quindi, con la finanziaria della Sardegna che, dopo un Cda contrastato (la delibera sarebbe stata approvata a maggioranza e non all’unanimità: 4 sì, 2 no e un astenuto), ha sposato la linea Soru che salva i siti della Sardegna (ma in pratica salvaguarda anche i lavoratori di Ponte San Pietro), ricapitalizza Legler, ma demanda a Banca Intesa il compito di riaprire le linee di credito e ridare linfa alle esauste casse del gruppo.

«Ecco perché - spiega Cipolla - non possiamo ancora dire che Legler sia salva: Sfirs infatti, se da un lato rileva i debiti, non ci concede le risorse per ripartire, ma incarica Banca Intesa, l’istituto che ha seguito da vicino tutto l’iter industriale, di finanziare l’attività futura di Legler». Nella delibera Sfirs si parla infatti di «acquisizione di impegno da parte di Intesa SanPaolo o di altra banca, a concorrere al supporto finanziario del gruppo, tale da assicurare continuità produttiva di tutti gli stabilimenti, fino alla definizione del piano di ristrutturazione».

Resta quindi ancora un’incognita non da poco per il futuro, dato che ora naturalmente l’istituto di credito si è preso una pausa di riflessione per analizzare la delibera della finanziaria sarda e capire se ci sono i presupposti per un finanziamento che non potrà certo essere di poco conto.

(01/02/2007)

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