Multe salate a chi vende frutta e verdura senza certificazione

Scatta oggi il decreto legislativo che inasprisce le sanzioni a chi non rispetta le norme dell’Unione Europea in fatto di qualità nella commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli

Multe più care da oggi per produttori, grossisti e commercianti che venderanno frutta e verdura senza la relativa certificazione. Per poter essere messi in vendita, i prodotti dell’orto dovranno infatti essere certificati. Diventa quindi più stringente l’obbligo di esporre il cartellino con l’identikit di mele, pere, spinaci, pomodori. La borsa della spesa dovrebbe quindi diventare un po’ più sicura.

La stretta sulla certificazione di provenienza e di categoria della frutta è dovuta all’entrata in vigore di un decreto legislativo che inasprisce le sanzioni nei confronti di chi non rispetta le norme dell’Unione europea in fatto di qualità e commercializzazione di frutta e verdura. Multe quindi più salate, da 550 a 15.500 euro, per le verdure e la frutta clandestine, di provenienza incerta o prive di informazioni corrette.

Oltre al prezzo e all’origine, il cartellino deve prevedere anche la varietà (ad esempio mele golden, stark o annurca), nonché la categoria: (1) se la merce è migliore, (2) se lo è un po’ meno, (3) nel caso di prodotti colpiti da eventi atmosferici negativi. E ancora, i consumatori troveranno notizie anche sul calibro (grandezza), e la maculazione.

A dover essere etichettati sono sia i prodotti venduti sfusi sia quelli confezionati, con indicazioni "chiare e leggibili" come stabilito dal regolamento Ue, con informazioni su identificazione, natura del prodotto, origine del prodotto, caratteristiche commerciali.

(17 febbraio 2003)

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