Petrolio e acquisizioni fanno bene a Tenaris

Nel primo semestre 2007 il fatturato del gruppo aumenta del 45% e si attesta a oltre 5 miliardi di dollari Con le quotazioni del greggio che salgono cresce la domanda mondiale di tubi per le estrazioni. Più 11,5% gli utili

Ricavi consolidati che si attestano a 5,029 miliardi di dollari (vale a dire all’incirca 3,65 miliardi di euro) in crescita del 45% rispetto ai 3,46 miliardi di dollari (circa 2,51 miliardi di euro) dello stesso periodo del 2006. Utile di periodo che tocca il miliardo di dollari (circa 757 milioni di euro) in aumento dell’11,35% rispetto ad un anno fa (0,87 dollari per azioni il dividendo attribuibile agli azionisti rispetto ai 0,76 dollari del semestre 2006).

Il bilancio semestrale del gruppo Tenaris (a cui fa capo il tubificio bergamasco Tenaris Dalmine di Dalmine) è all’insegna della crescita, con una buona intonazione dei conti su cui ha pesato favorevolmente un duplice effetto: la ripresa della corsa all’«oro nero» (con le quotazioni del petrolio greggio che sono tornate a salire spingendo in alto la voglia e gli investimenti nell’attività di perforazione ed estrazione delle compagnie petrolifere) e il consolidamento dei dati relativi alle attività delle ultime due acquisizioni, ovvero la texana Maverick (operazione dello scorso ottobre) e il gruppo nordamericano Hydril (maggio scorso).

Come sottolinea la società che fa capo alla famiglia Rocca, i risultati del secondo trimestre 2007 «continuano a evidenziare una solida performance operativa». Tra aprile e giugno i ricavi netti hanno toccato i 2,60 miliardi di dollari (circa 1,89 miliardi di euro) con una crescita del 41% rispetto ai 2,42 milioni di dollari che il gruppo ha registrato nel periodo gennaio-marzo di quest’anno.

(05/08/2007)

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