Borse coi pneumatici
L'idea è bergamasca

Creare delle borse da pneumatici non più utilizzati, ma che hanno tutta una staria alle spalle. Ci ha pensato la bergamasca Francesca Aldegani che, con questa linea originale di accessori, è finita pure nel Museo di Arte contemporanea di Colima, in Messico.

Creare delle borse da pneumatici abbandonati, ma che ancora hanno tutta una storia da raccontare. Ci ha pensato la bergamasca Francesca Aldegani, 32enne originaria di Valtesse, che, con questa linea originale di accessori, è finita pure nel Museo di Arte contemporanea di Colima, in Messico, creando anche un nuovo marchio - «La Regina del Sud» - che è sbarcato da poco a Bergamo e sta riscuotendo successo. «La Regina del Sud» è un progetto che nasce da una esposizione e un documentario che ho realizzato in Messico e in Francia - racconta Francesca -. Si tratta di una ricerca sulla nuova estetica del fenomeno migratorio, inteso come una nuova possibilità di esistenza. Investigando sugli stili di vita, la musica e la cultura in generale, sui mezzi di trasporto che vengono utilizzati nella frontiera più controversa del mondo, la cosiddetta "borderline" che divide il Messico dagli Usa per raggiungere il famoso "american dream", sono incappata casualmente nelle camere d'aria, con le quali ho iniziato a produrre una prima serie di borse, per poi spaziare ad oggetti e sculture».

Borse pezzi unici, tutte cucite a mano e realizzate proprio con i copertoni, resistentissime, dalle forme originalmente morbide nella loro durezza che in città sono in vendita in esclusiva da «Flamingo», in piazza Pontida. Un pneumatico come borsa? Del resto il copertone ha come caratteristica quella di stare in movimento, di trasportare, perpetuando un moto, di cose e persone: i primi pneumatici che Francesca ha utilizzato in questo progetto arrivano quindi dal Sud America: «Sono stati strumento di trasporto verso la frontiera messicana e il sogno americano - continua -: con le mie borse desidero quindi continuare e perpetuare questo movimento. In questo modo le mie creazioni proseguono nel viaggio, trasportando cose, oltrepassando frontiere. Magari facendo sognare».

E così da un materiale così duro e scuro si provano a raccontare storie viaggianti: tutto con delle semplici borse adornate da bottoni colorati, riciclati e spesso vintage. «La prima camera d'aria, completamente distrutta e ormai inutilizzabile, l'ho incontrata mentre scattavo fotografie agli immigranti "mojados" ovvero "bagnati" nella frontiera tra Messico e Stati Uniti, all'altezza di Ciudad Juarez, Chihuahua ed El Paso, in Texas» racconta Francesca. L'ha chiamata «La Reina del Sur»: «Prende il nome da una famosa canzone popolare che ascoltano questi immigrati mentre aspettano il loro turno per passare il Rio Bravo e toccare il suolo americano». Oggi forma parte della collezione permanente del Museo di arte contemporanea di Colima, in Messico mentre una ventina di pezzi sono arrivati a Bergamo. Il futuro? Nuovi viaggi. In attesa di una mostra e un workshop che da Bergamo riporteranno Francesca in Messico. Per un altro viaggio da raccontare.

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