Ciclismo, Caccia e il 2011
«Giro adatto a scalatori magri»

Il ciclista Diego Caccia, professionista della Farnesi Neri, ha parlato della nuova stagione. «Per me il 2010 è stato positivo, è mancata la vittoria, ma non mi posso lamentare. Nel 2011 spero di far bene al Giro, soprattutto a Bergamo, e nelle grandi classiche».

Con la fine di gennaio i ciclisti professionisti ritornano in gara nelle prime corse dell'annata, utili a migliorare la condizione in vista di appuntamenti più importanti. Prima di partire per il Giro della Calabria (con la Farnesi Neri Team già vittoriosa con Gatto nella seconda tappa ndr), Diego Caccia, ciclista professionista di Locate di Ponte San Pietro in forza alla Farnesi Neri Team, ha svelato propositi e programmi personali per il nuovo anno.

Prima però, si è parlato della situazione del ciclismo a livello provinciale e nazionale: uno sport in difficoltà, tra l'altro poco considerato dai grandi mass media. «Non è il miglior momento per il ciclismo, perché l'economia non sta bene e gli sponsor fuggono - ha commentato il 29enne bergamasco -. C'è gente tra di noi che è senza squadra, come c'è gente senza lavoro».

«Le squadre stanno scomparendo in Italia, mentre si punta prevalentemente all'estero, convinti che ci siano più possibilità. Con i problemi di doping che abbiamo avuto in passato anche uno sponsor fa fatica ad avvicinarsi al nostro sport. Però con tutto quello che è stato fatto in materia di doping, oggi siamo uno degli sport più puliti».

Anche a livello giovanile qualche difficoltà c'è, visto che i numeri non sono più quelli di una volta. «L'ostacolo più grande dalle nostre parti per andare in bicicletta è il traffico. Per un genitore è più facile portare il proprio figlio a praticare uno sport indoor piuttosto che sulla strada. Diamo fastidio e l'affetto verso di noi è ai minimi storici. Un altro problema è il costo per poter fare del ciclismo, ma le società possono venire incontro alle famiglie».

«È un problema di mentalità, perché sulla strada i pericoli si raddoppiano. I paesi del Nord hanno una cultura diversa per la bicicletta. Il ciclismo è il primo sport in Belgio e i ciclisti sono più tutelati. È più facile approcciarsi al nostro sport in città di pianura, dove la bicicletta è il mezzo più veloce per muoversi: qua sono pochi quelli che usano le due ruote per andare al lavoro».

Nella scorsa stagione Diego Caccia non ha raccolto successi, ma si è fatto notare per alcune epiche fughe, su tutte quella della Milano-Sanremo. «Il bilancio del 2010 è positivo. È mancata la vittoria e credo che sia soprattutto una questione di tempi esatti, ma non mi posso lamentare. Tra la Sanremo e il Lombardia ho fatto più di 400 km di fuga. Peccato per qualche altra fuga non riuscita, specie al Giro di Toscana. Il mio compito è di stare vicino al mio capitano Visconti: mi fa piacere che la squadra si fidi di me quando sono davanti».

E ora il 2011. Dopo un anno di attesa l'atleta bergamasco dovrebbe, condizionale d'obbligo soprattutto per scaramanzia, tornare in gara al Giro d'Italia, dopo aver fatto un salto al Nord con le classiche che tanto ama. Il ciclista di Locate racconterà ai lettori del sito internet de L'Eco di Bergamo le proprie impressioni giornaliere del dopo corsa della corsa rosa, come nel 2009.

«Per la nuova stagione ci siamo rinforzati. Abbiamo preso Noè, il nonno del gruppo, che ci tiene a chiudere la carriera al Giro d'Italia, dove ha conquistato due quarti posti e qualche maglia rosa. Visconti è il capitano, Gatto è un buon velocista. Abbiamo scoperto Guardini, già vittorioso al via in Malesia. Alle spalle abbiamo tanti uomini esperti, in grado di supportare i nostri leader. Abbiamo ricevuto l'invito per le classiche del Nord ed è stata confermata la nostra presenza al prossimo Giro d'Italia, oltre a tutte le classiche italiane».

Chiaro che nella mente del ciclista sanpietrino ci sia la tappa con arrivo a Bergamo, dove è convinto che il pubblico orobico non farà mancare il proprio appoggio. «Il Giro è più adatto a scalatori sempre più magri. Penso che quelli sudamericani potranno diventare i veri favoriti con questi tipi di percorsi. Sono salite toste che non faranno grandi distacchi, perché è impossibile fare grosse velocità. Ho già visionato la tappa di Bergamo. Ci saranno un sacco di corridori che cercheranno la fuga da lontano, perché sarà una tappa di transizione. Ovviamente mi aspetto un gran numero di tifosi sulle strade».

Simone Masper

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