Possiamo giocarcela alla pari
anche contro gli squadroni

Certo, si è trattato di una festa scialacquata all'ultimisssimo istante ma non ci va proprio di ritenere, quello con il Napoli, un pareggio dal sapore di sconfitta. Più d'una le ragioni, una volta metabolizzata la fisiologica cocente amarezza, per risollevarci il morale.

Certo, si è trattato di una festa scialacquata all'ultimisssimo istante ma non ci va proprio di ritenere, quello con il Napoli, un pareggio dal sapore di sconfitta. Più d'una le ragioni, una volta metabolizzata la fisiologica cocente amarezza, per risollevarci il morale, a cominciare dal punto che fa classifica e dal perdurare di una incoraggiante serie di risultati positivi.

A seguire la brillante prestazione della squadra nella ripresa coronata dal gol del vantaggio, da un un'incredibile traversa e da un paio di occasioni non sfruttate nelle vicinanze del portiere partenopeo. Da non sottovalutare, poi, il fatto che i nerazzurri, tenendo a bada, senza alcun timore reverenziale un Napoli qualitativamente di indiscussa caratura, hanno confermato di potersela giocare, praticamente alla pari, con qualsiasi avversaria.

Dulcis in fundo: la piena e ormai irreversibile consacrazione di German Devis che con i già rimarcati gol e legno di sua esclusiva produzione lo hanno collocato sul piedestallo dei più autorevoli bomber passati da Bergamo. Le dieci reti realizzate in sole dodici gare valgono più di ulteriori commenti.

Fermiamoci qui nell'operazione-consolazione per il mancato e sarebbe stato meritato exploit senza dimenticare che pure mister Stefano Colantuono aveva contribuito a propiziare quel cin cin con champagne di marca venuto meno quando addirittura l'arbitro aveva messo il fischietto in bocca per decretare il termine del recupero.

Ingenerosi, a nostro avviso, i non pochi mugugni di quei tifosi all'indirizzo dello stesso allenatore romano per i cambi nel finale di partita. «Fammi indovino e ti farò ricco» ci vien da dire ma fermiamoci sul discutibile argomento.

Sulle prove singole, Denis a parte, bisogna megafonare Peluso per le sue felici e instancabili scorribande lungo la fascia di appartenenza e per una condotta difensiva priva di sbavature. Per Moralez, invece, una doverosa annotazione: suo l'invitante passaggio al connazionale Denis nell'azione dell' 1-0. Vi pare poco?

E, adesso, alla ripresa degli allenamenti sotto con il Chievo di nuovo alla ricerca di fieno che ci tenga sempre a debita distanza dalla zona rossa della classifica.

Arturo Zambaldo

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