Colantuono: «La lotta continua
Il Chievo? Più dura di Napoli»

Nonostante l'impresa di Napoli, e giustamente visto che la salvezza non è ancora aritmetica, mister Colantuono continua a predicare umiltà e l'urgenza di continuare a lottare alla truppa nerazzurra, attesa domenica dalla sfida casalinga contro il Chievo (ore 15).

Nonostante l'impresa di Napoli, e giustamente visto che la salvezza non è ancora aritmetica, mister Colantuono continua a predicare umiltà e l'urgenza di continuare a lottare alla truppa nerazzurra, attesa domenica dalla sfida casalinga contro il Chievo (ore 15).

«Sì, c'è ancora da lottare - sottolinea l'allenatore atalantino nella conferenza stampa della vigilia -. Non dobbiamo essere appagati perché non abbiamo conquistato ancora nulla. Dobbiamo continuare a vivere nella precarietà e a stimolarci. La partita contro il Chievo sarà più difficile di quella di Napoli, soprattutto per una questione di testa, e non scordiamo che i veronesi hanno avuto un giorno in più per riposarsi».

Lodi di Colantuono per il Chievo: «Sì, il Chievo è una squadra forte, che gioca con maggiore efficacia in trasferta, ed è allenata da un grande tecnico che è Di Carlo. I suoi punti in classifica, 42 (l'Atalanta è a quota 40, ndr), dimostrano la positività del cammino dei veronesi, per cui dovremo fare la massima attenzione».

L'Atalanta dovrà rinunciare a Denis, squalificato, ma anche il Chievo sarà orfano del suo bomber di razza. Per Colantuono «si tratta di due assenze di peso che penalizzano in modo uguale le due squadre». In casa nerazzurra sono da valutare le condizioni di Schelotto: «Lamenta da qualche settimana problemi alla schiena - evidenzia il mister -. Vedremo nell'allenamento di rifinitura».

Colantuono, che si sofferma su Moralez («Si è integrato bene nel nostro campionato, ma ha ancora margini di miglioramento visto è che giovane e al suo primo anno in Italia»), conclude con una proposta, scherzosa ma non troppo: «Considerato che ultimamente i giocatori che arrivano dalla panchina si rivelano sempre determinanti per noi, perché non allungare da 18 a 20 la lista dei giocatori a disposizione?».

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