Calcioscommesse, il processo
In ballo Lazio, Genoa e Lecce

Stefano Mauri in aula non ci sarà. Il capitano della Lazio, «imputato» nel processo sportivo al calcioscommesse, preferisce restare nel ritiro di Auronzo di Cadore. Una scelta non facile per lui che da mesi studia le carte dell'inchiesta cremonese.

Stefano Mauri in aula non ci sarà. Il capitano della Lazio, «imputato» nel processo sportivo al calcioscommesse, preferisce restare nel ritiro di Auronzo di Cadore. Una scelta non facile per lui che da mesi studia le carte dell'inchiesta cremonese che lo scorso anno lo portò anche a conoscere l'esperienza del carcere. «Io resterò qui, da capitano insieme ai miei compagni – fa sapere attraverso il suo sito in un post intitolato "domani giornata importante"-, la squadra sta già lavorando al meglio per i tanti obiettivi della prossima stagione».

Toccherà agli avvocati Matteo Melandri ed Amilcare Buceti difenderlo nella due giorni di udienze dall'accusa di doppio illecito (oltre a quelle di slealtà sportiva e violazione del divieto di scommettere) nelle presunte combine di Lazio-Genoa (14 maggio 2011) e Lecce-Lazio (22 maggio). «Ho la massima fiducia nella giustizia italiana – ribadisce il centrocampista brianzolo -, ho la massima fiducia nel lavoro dei miei avvocati. Cerco di rimanere sereno e di restare concentrato sul mio lavoro».

Mentre il procuratore federale, Stefano Palazzi, probabilmente formulerà le sue richieste di condanna davanti ai giudici della Commissione Disciplinare della Figc, il biancoceleste sarà impegnato nell'amichevole contro lo Spezia. Ma il pensiero andrà sicuramente a Roma dove, all'NH Vittorio Veneto Hotel, dalle 10.30, si terrà il procedimento dinanzi alla corte presieduta da Sergio Artico. Mauri, infatti, rischia grosso: Palazzi chiederà per lui almeno 4 anni di stop che se accordati, a 33 anni, vorrebbero dire chiudere anzitempo la carriera. I suoi legali, che si affidano a una memoria scritta con le testimonianze dei compagni di squadra, proveranno a smontare le accuse del pentito Carlo Gervasoni che, con Mario Cassano (entrambi deferiti), avrebbe messo in contatto l'organizzazione degli Zingari con il capitano laziale, tramite il suo amico e calciatore Alessandro Zamperini (anche lui alla sbarra). Gli avvocati di Mauri puntano proprio a mettere in crisi la versione del pentito, ricordando anche il giudizio che il Tnas ha dato di Gervasoni in occasione del lodo arbitrale Fontana.

Dal futuro del suo capitano dipenderà anche quello della Lazio che, per responsabilità oggettiva, rischia dai 2 ai 6 punti di penalizzazione in classifica. È legato invece al destino dell'ex Omar Milanetto (che come Mauri è stato carcerato dalla procura di Cremona) quello del Genoa che, come il Lecce (che risponde per gli ex tesserati Massimiliano Benassi, Stefano Ferrario e Antonio Rosati) potrebbe avere una penalizzazione di 2-3 punti (salvo patteggiamento). Nel suo post, intanto, il centrocampista biancoceleste si rivolge ai propri fan: «Un abbraccio a tutti i miei tifosi», scrive. E il coro di risposte sulla sua pagina Facebook è quasi unanime: «Capitano siamo tutti con te». A loro non serve attendere la sentenza: per loro Mauri è innocente e, giovedì, lo manifesteranno in un sit-in davanti all'hotel che ospita il processo, prima che i giudici si riuniscano in camera di consiglio.

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