I disturbi
comportamentali

Cari Lettori, a partire da oggi la nostra rubrica viene impreziosita grazie alla collaborazione con il Dott. Jacopo Riva, affermato e stimato medico veterinario comportamentalista, che risiede ed opera nella nostra provincia. Qualcuno di voi si chiederà: “chi è il veterinario comportamentalista?” E' quella figura a cui ci si deve rivolgere quando nel cane insorgono consistenti problematiche comportamentali come iperfobie e spiccata aggressività, ma anche diturbi legati all'ansia (quella da separazione è la più comune). E' anche quel professionista a cui noi educatori e istruttori cinofili ci rivolgiamo nei casi più difficili, senza avere la presunzione di sostituirci a lui. Buona lettura!
Paolo Bosatra - educatore cinofilo

I DISTURBI COMPORTAMENTALI NEL CANE
Tra i problemi comportamentali maggiormente presenti nel cane domestico si riconoscono principalmente: varie tipologie di aggressività, paure e fobie, ansia da separazione (spesso caratterizzata da distruttività, abbaiare eccessivo ed eliminazioni inappropriate di urina o feci), ansia generalizzata, iperattività, disturbi del comportamento alimentare, disturbi del comportamento eliminatorio e disturbi compulsivi. Le cause dei diversi problemi sono quasi sempre multi-fattoriali, in una stretta interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali, sia prossimi che riconducibili alle fasi di sviluppo dell'animale.

L'analisi ed il trattamento dei disturbi comportamentali degli animali da compagnia trovano spunto da un articolo apparso più di trent'anni fa sulla rivista American Psychologist, ed intitolato Animal Clinical Psychology. In questo articolo si proponeva un metodo di intervento basato sulle conoscenze e le tecniche della psicologia sperimentale e della psicologia dell'apprendimento per ridurre o eliminare tali problemi. Si trattava in sostanza di applicare quanto gli psicologi comunemente studiavano nell'ambito dei laboratori su soggetti sperimentali, alla pratica quotidiana, nell'ambito dell' interazione tra uomo ed animali da compagnia, quindi in una situazione totalmente reale e che coinvolge, oltre all'animale con le sue caratteristiche individuali, anche l'ambiente di vita e soprattutto il proprietario. La proposta di applicare principi psicologici al trattamento dei disturbi comportamentali degli animali è stata successivamente sviluppata da molti autori ed attualmente tale pratica viene comunemente utilizzata in molti Paesi, come in Italia, con risultati spesso soddisfacenti e conseguente miglioramento dell'interazione tra animale e uomo. Le cause principali dei problemi nel cane sono la progressiva modificazione del rapporto con l'animale da compagnia soprattutto nell'ambito della situazione cittadina.

Prendiamo ad esempio il cane domestico: la relazione con il cosiddetto “amico a quattro zampe”, nella nostra società attuale, è sempre più caratterizzata dalla sua partecipazione alla vita quotidiana, in un rapporto prevalentemente individuale o familiare. Per tale ragione il cane diventa parte integrante del gruppo umano come componente a tutti gli effetti. Ciò può spiegare da un lato l'importanza che assume per l'uomo, con la possibilità che costituisca una fonte di effetti positivi e di reale miglioramento della ‘qualità di vita' complessiva dell'uomo. Purtroppo tale interazione non sortisce sempre gli effetti positivi auspicabili: l'animale può presentare problemi comportamentali di vario genere, definibili come comportamenti ‘disturbati' o ‘indesiderabili' dal proprietario. L'attenzione maggiore, soprattutto quando questi disturbi comportano gravi compromissioni del rapporto fino all'allontanamento dell'animale, come nei casi più gravi di aggressività o di forme di ‘ansia da separazione', andrebbe posta su interventi di prevenzione, in modo da evitare a monte la comparsa di problemi.

Tuttavia tali interventi molto spesso non sono attuati a causa sia della notevole disinformazione diffusa sia della tradizionale gestione che l'uomo ha sempre riservato al cane, sia da fattori oggettivi individuali, su base genetica o di temperamento, che determinano alterazioni comportamentali anche patologiche nell'animale. Interventi terapeutici congiunti, che riguardano innanzitutto l'esigenza di impostare un trattamento o ‘terapia' comportamentale identificando, dall'anamnesi e dall'osservazione del caso, sia le cause che la funzione dei comportamenti disturbati, insieme all'eventuale necessità di trattamenti farmacologici che supportino l'intervento comportamentale sono fondamentali per il miglioramento o la risoluzione del caso: l'intervento comportamentale trova un ruolo ed una collocazione precisa nel trattamento del disturbo, come elemento talvolta esclusivo, altre volte associato ad interventi congiunti di tipo psico-farmacologico.

Dr. Jacopo Riva, PhD (behaviour)
medico veterinario comportamentalista

specialista in Etologia applicata e benessere animale

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