I parenti delle vittime del Covid-19
«Erano in tanti contro la zona rossa»

Consuelo Locati, legale del Comitato «Noi denunceremo», che raccoglie parenti delle vittime da coronavirus, valuta positivamente quanto sta accadendo nell’inchiesta della Procura di Bergamo.

Inchiesta che venerdì 12 giugno è stata dall’audizione a Roma, da parte dei pm bergamaschi, del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e alla Salute, Roberto Speranza. In particolare, il legale sottolinea le dichiarazioni del procuratore facente funzione, Maria Cristina Rota, sul fatto che la Procura stia indagando a 360 gradi sulla mancata applicazione della zona rossa nel Bergamasco. «Nelle denunce dei parenti delle vittime si fa riferimento a eventuali responsabilità governative, regionali, e anche di Confindustria di Bergamo e della Lombardia». «È giusto che vadano valutate tutte le posizioni», ha concluso l’avvocato Locati.

Nelle denunce presentate dai parenti delle vittima di coronavirus, riuniti nel Comitato «Noi denunceremo», si chiede perché non sia stata istituita la zona rossa in Valseriana e si cita un documento del 27 febbraio in cui - si legge nelle denunce - imprese e sindacati scrivono che “dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate» evitando di «diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro made in Italy e il turismo». Il documento è sottoscritto da Abi, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Alleanza delle cooperative, Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil.

Il 28 febbraio, sottolinea il Comitato, «Confindustria Bergamo lancia uno spot con l’hashtag #Bergamoisrunning, un video in inglese che ha l’obiettivo di tranquillizzare i partner stranieri in cui si dice che il rischio nella zona è basso, che l’Italia ha preso ampie misure di protezione e che le operazioni delle aziende bergamasche non sono contagiose».

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