E la musica popolare diventa cultura

E la musica popolare diventa culturaFolk revival italiano, tutto di alta qualità. La nuova edizione della rassegna «Arie popolari» (organizzata dalla Provincia) stavolta punta l’attenzione sul patrimonio musicale e culturale del centro Italia, dopo aver indagato, nelle precedenti edizioni, la cultura orobica e quella dell’arco alpino

Quest’anno in cartellone compaiono il gruppo «I viulàn», primi attori di quel movimento revivalista che sta interessando un po’ tutto l’Appennino tosco-emiliano, l’organettista Riccardo Tesi, uno tra i più preziosi artisti italiani di estrazione popolare, molto apprezzato anche sulle scene internazionali, Gastone Pietrucci e il suo collettivo «La macina», attivo nelle Marche e dintorni, e ancora «La congrega del tamburo», un organico di folk che privilegia un repertorio di danze dell’Italia centrale. A concludere il tutto stavolta è stato chiamato Ambrogio Sparagna, altro alfiere del nostro folk, apprezzato virtuoso d’organetto, che il grande pubblico ha avuto modo di apprezzare a fianco di note celebrità della canzone d’autore come Francesco De Gregori. I concerti sono gratuiti e interessano cinque centri della Bergamasca: Fiobbio, San Paolo d’Argon, Ambivere, Verdello e Treviglio.

Che siano cantori casuali o professionisti di vecchia data, tutti gli artisti chiamati hanno dimostrato e dimostrano sul campo una grande attenzione alla materia tradizionale. Quasi tutti sono dei veri e propri etnomusicologi, da sempre immersi nel mondo popolare e impegnati nel recupero e nella valorizzazione delle espressioni strettamente legate alla tradizione.

Non a caso ogni concerto verrà preceduto da un breve incontro-dibattito con i protagonisti, giusto per offrire un’ulteriore occasione di approfondimento sulla cultura e le tradizioni dell’area di provenienza.

Cominciano I viulàn, sabato 6 aprile al teatro parrocchiale di Fiobbio (inizio alle 20,45). Lele Chiodi è il fondatore di questa formazione che, grazie anche al contributo fattivo di Francesco Guccini, opera da vent’anni nel territorio del Frignano, sulle montagne dell’Appennino tosco-emiliano. Nel tempo la ricerca sul campo è andata avanti, e così sono stati registrati tanti canti che ormai sono sulla bocca di pochi anziani. Per questo gli arrangiamenti vocali e strumentali sono frutto di esperienze vissute, di veglie, di maggiolate e di ninne nanne raccolte con pazienza e dedizione.

Nella Sala del Sole (in via Locatelli) a San Paolo d’Argon è di scena il 12 aprile la Banditaliana di Riccardo Tesi, verosimilmente uno dei migliori gruppi italiani del folk. Fedeltà alle radici e creatività si combinano felicemente nella musica di questo ensemble che l’organettista toscano ha radunato da qualche anno, con grande successo, in Italia e all’estero. La musica è ricca ed estrosa, felice di spaziare da un’influenza all’altra, senza per questo smarrire il filo conduttore del folk e della tradizione popolare. Altrettanto interessante il discorso de La macina , in concerto il 24 aprile ad Ambivere , all’auditorium del Centro sociale. Gastone Pietrucci e la sua Compagnia di ricerca e canto popolare sono in attività da una trentina d’anni e in tutto questo tempo hanno inciso una decina d’album preziosi e compilato il volume Cultura popolare marchigiana , sicuramente la più ampia e organica raccolta di canti e tradizioni popolari che vantino le Marche.

La cerimonia dei tamburi segna invece un percorso privilegiato attraverso ritmi frenetici e danze popolari, canti satirici e stornelli che La congrega del tamburo porta in scena il 30 aprile all’auditorium comunale di Verdello; mentre il 3 maggio, nella suggestiva cornice del chiostro del Centro culturale di Treviglio, l’organettista e polistrumentista Ambrogio Sparagna presenta un progetto vocale-strumentale che s’intitola Racconti di viaggio ed esplora folk e tradizioni popolari del Lazio. Sparagna per l’occasione è accompagnato da una piccola orchestrina di strumenti che vanno dall’organetto alla conchiglia, dai tamburelli alla ghironda, dalla chitarra battente al violino a tromba.

(03/04/20033)

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