«Altripercorsi»: quest’anno il Donizetti riscopre la drammaturgia

«Altripercorsi»: quest’anno il Donizetti riscopre la drammaturgia«Altripercorsi»: il cartellone di quest’anno del Donizetti, dopo un’ottima stagione dedicata al teatro di narrazione, riscopre la drammaturgia. E lo fa proponendo spettacoli e compagnie inconsueti, raramente passati dalle nostre parti e talvolta spinti ai margini dal mercato italiano, che nelle ultime due-tre stagioni si è fatto asfittico e poco propenso a rischiare

La principale chiave di lettura della rassegna è il rapporto teatro-parola scritta. Gli otto spettacoli scelti - uno in più dell’anno scorso: anche questo è un positivo progresso - declinano in modo diverso la relazione tra il testo e il teatro, che è gesto, immagine, azione fisica, movimento, anche parola.

Alcuni si confrontano con grandi classici. È il caso dell’Iliade multimediale di Teatrino Clandestino, capace di tradurre in spazio, immagini e sonoro l’opera di fondazione della civiltà occidentale. O di Metà di uno: studi per più riunificazioni de La Fionda Teatro, in cui le registe Elisabetta Pogliani e Paola Zecca rileggono in modo anche divertente e ironico il Simposio di Platone, interrogandolo sull’amore e i rapporti uomo-donna. O, ancora, di Naufragi di don Chisciotte (Premio della Critica 2003) con Gigio Alberti, in cui l’autore Massimo Bavastro e il regista Lorenzo Loris si ispirano al romanzo di Cervantes.

Altri spettacoli provengono da famosi romanzi. In Chimera, Lucilla Giagnoni propone la vicenda del più bel romanzo di Sebastiano Vassalli, La chimera, storia di una presunta strega del ’600 condannata al rogo. Ne Il dio di Roserio, Valerio Binasco (regia) e Maurizio Donadoni (interprete) portano in sala il primo romanzo di Giovanni Testori. È un omaggio al decennale della morte dello scrittore e critico milanese, ma è soprattutto un ottimo pezzo di teatro, con cui Donadoni torna a recitare per il Donizetti.

Infine (per modo di dire) ci sono i nuovi autori. Tra questi va considerato anche il già citato Bavastro (due volte Premio Riccione), data la piena originalità di Naufragi. Tra lui, l’enfant prodige Fausto Paravidino di Natura morta in un fosso, il viscerale Pippo Delbono di Gente di plastica e l’onirico Ascanio Celestini di Fabbrica si compone una bella rassegna della drammaturgia contemporanea italiana. Con Natura morta in un fosso arriveranno, tra l’altro, un bravo attore come Fausto Russo Alesi (già Premio della Critica e Premio Ubu) e una regista di talento come Serena Sinigaglia. Gente di plastica farà a Bergamo l’unica tappa italiana di una tournée tutta internazionale. Fabbrica arriva grazie a un progetto speciale in collaborazione con l’associazione Nord-Sud: anche la capacità di far interagire il Donizetti con il territorio è un aspetto positivo.

Come positivi sono altri elementi del progetto legato ad «Altri percorsi». Da un paio di stagioni il Donizetti ha reimpostato il rapporto con le scuole, privilegiando gli spettacoli della rassegna sperimentale (più vicini alla sensibilità giovanile) e la qualità degli interventi e della collaborazione con gli insegnanti. Il risultato, la scorsa stagione, è stata un’evidente crescita qualitativa del pubblico e degli esiti dei laboratori scolastici.

(08/07/2003)

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