Dalmine, fine settimana a teatro per grandi e piccini

Dietro le quinte del sistema giudiziario con la pièce «Dodici uomini arrabbiati» in calendario per sabato. Domenica per i più piccoli un viaggio nella fantasia sulle orme delle storie ancestrali dell’Australia.

In un’afosa giornata, estiva, chiusi in una stanza, dodici giurati devono esprimere un verdetto di innocenza o colpevolezza. Per undici di loro al ragazzo accusato di parricidio non rimane che la via della prigione. Solo uno di loro non è convinto che l’imputato vada condannato: senza darsi per vinto, mette in campo la sua sottile dialettica nel tentativo di smantellare la superficialità e i pregiudizi dei colleghi, in nome di un ragionevole dubbio.

E’ questa la trama della pièce teatrale in programma per sabato 29 marzo alle 21 al Teatro civico: tratto dal racconto di Reginald Rose (tradotto da Nini Agosti) e diretto da Marco Vaccari, «Dodici uomini arrabbiati» denuncia le insidie del sistema giudiziario. Intrecciando le testimonianze contrastanti di ogni giurato, l’emotività dei membri della giuria, la pressione del tempo e la scomodità della stanza, il testo trasmette un messaggio di democrazia e di responsabilità sociale.

Domenica pomeriggio (30 marzo), alle 16 al Teatro civico, il sipario torna ad alzarsi per lo spettacolo «Kookaburra», storie aborigene al tempo dei sogni scritto da Bruna Pellegrini e interpretato da Adriana Zamboni.

Le scenografie sono di Lucio Diana e le musiche di Paolo Pizzimenti. Rivolta ai bambini dai tre ai dieci anni, la rappresentazione ha per protagonista Kabù, un uccello australiano che non vola e non canta come gli altri volatili, ma fa un verso simile a una risata che fa sorgere il sole.

Alla ricerca di una città fantastica intraprende un viaggio iniziatico popolato di amici e pericoli: c’è Mulian il vento ma anche Aliai, l’uccellino che gli indica la strada giusta. Altre tappe gli riservano l’incontro con il Serpente che allungandosi diventa ponte, mentre la saggia Tartamaga gli rivelerà le tre chiavi del mondo: la saggezza, la forza e l’apparenza. Rievocando i racconti ancestrali del continente australiano, la protagonista dipinge le parole e narra i colori di una storia primitiva usando le mani, i timbri e i pennelli: tutte le storie stanno in grandi secchi pieni di colori così che si possono creare figure come camminando si lasciano delle tracce dietro di sé.

(24/03/2003)

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