I film raccontano la Terra Santa
Al Conca Verde una minirassegna

Israele e mondo arabo, una coesistenza difficile, come si sa. Ancora più difficile per i cristiani che vivono in Terra Santa, tra israeliani e palestinesi e tre religioni: ebraismo, cristianesimo, islam. Su una popolazione di circa sei milioni, i cristiani sono 140 mila, di cui meno di ventimila cattolici.

Per capire un po' di più e meglio questa situazione - il pericolo che si profila è che la Terra Santa diventi nei prossimi anni un «museo» senza più quelle «pietre vive» antiche di due millenni - è stato organizzato, con Acli e Ufficio pace e cooperazione del Comune di Bergamo in primo piano, il «Progetto Terra Santa».

Iniziato a marzo, che ha visto svolgersi il maggior numero di iniziative, divise tra città e provincia, si concluderà a maggio. Molteplici le proposte. Tra queste c'è anche il cinema, che in merito ha detto molto. Ci ha pensato il Servizio assistenza sale programmando al cinema Conca Verde di Longuelo (proiezione unica ore 21) tre «piccoli grandi film» recenti di prevalente produzione israeliana (ce ne potevano stare di più: per esempio il «Private» di Saverio Costanzo).

Il primo, martedì 21 aprile, sarà Il giardino di limoni di Eran Riklis, storia non lontana dal vero di una vedova palestinese (la toccante Hiam Abbass) alla quale il ministro della Difesa israeliano, andato a stabilirsi con la famiglia vicino alla sua casa, sul confine, pretende di abbatterle, come farà, l'ubertoso giardino di limoni che considera un pericolo per la sua incolumità.

Secondo appuntamento, dal 28 al 30 aprile, con Valzer con Bashir di Ari Folman, documentarista israeliano che ha tentato la strada del disegno animato serio e del tutto singolare, anche graficamente, tanto da risultare finalista agli Oscar come miglior film straniero. Questo «Valzer» è un valzer triste, anzi insanguinato, «reportage» ricostruito della prima guerra del Libano del 1982, dove lo stesso Folman si trovò a dover combattere, una breve guerra che si concluse con una strage di civili palestinesi nei campi profughi di Sabra e Chatila. Questi «disegni che si muovono» sono i ricordi non sopiti di Folman, che ritornano come insopprimibili incubi.

Ultimo cine-incontro, il 5 maggio, con La banda di Eran Kolirin, premiato al festival di Cannes 2007. Raccontando le disavventure tragicomiche di otto musicisti della banda della polizia egiziana che si sperdono in Israele, dove erano stati invitati per suonare in un centro di cultura araba, si tende a rafforzare il diffuso desiderio, nonostante tutto, di avvicinamento e comprensione tra arabi e israeliani. Se una pace è ancora possibile. Dev'esserlo (con giustizia: due popoli, due Stati)) perché, come dice il titolo del «Progetto Terra Santa» da cui siamo partiti, «Se ci sarà pace a Gerusalemme, ci sarà pace in tutto il mondo».

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