In via Camozzi una mostra dedicata a Donnino Rumi

Venerdì 29 agosto, alle ore 18.30, in Sala Manzù, in via Camozzi, passaggio via Sora, è stata inaugurata la mostra dedicata a Donnino Rumi (1906-1980), artista che ha legato il suo nome a una fortunata e innovativa stagione dell’industria bergamasca. LA STORIADonnino Rumi nacque nel 1906 a Bergamo. Fin dall’età di 12 anni, lavorò alla fonderia che possedeva il padre. Un intagliatore, amico di famiglia, tale Ghislandi, sarà il primo a notare le doti del ragazzo e lo spronerà, poco più in là, ad affrontare gli studi all’Accademia Carrara di Bergamo. Le sue prime opere risalgono agli anni Venti. Non ancora ventenne si trova a doversi occupare in prima persona della fonderia: per dipingere e scolpire resterà solo il tempo libero. Dai dieci operai della fonderia paterna, infatti, intorno agli anni ’40, i dipendenti sono diventati un migliaio. Si aggiunga poi il matrimonio, avvenuto nel ’32, la nascita di tre figli, e si avrà il quadro di quella che fu la sua vita di allora. Durante il conflitto mondiale, le truppe tedesche installano nello stabilimento un loro commissario. Rumi si dà latitante, lotta come partigiano, viene rinchiuso nella prigione Sant’Agata di Bergamo. Non abbandona mai, tuttavia, anche in quei drammatici momenti, la sua arte, ed esegue – dove e come può – diverse opere.Dopo la guerra, deve rimboccarsi le maniche poiché all’interno dell’azienda – pressoché demolita – occorre ristrutturare interamente la produzione. Furono gli anni delle gloriose motociclette Rumi, (Turismo, Sport, Junior detto il Gobbetto, Scoiattolo, Formichino) che portarono il nome di Bergamo nel mondo, in forza dei molti record sportivi conquistati e della ammirazione, ovunque suscitata, per quel loro rappresentare nel mondo il prestigioso miracolo italiano del dopoguerra.Solo verso il ’62 avviene la liquidazione dell’azienda. Da quel periodo Rumi può interamente dedicarsi all’attività artistica. Lavora incessantemente, a qualsiasi ora del giorno e della notte, la sua esistenza è tutta tra studio e casa che si trasforma – quest’ultima – essa stessa, spesso, in studio, perché la sua attività non conosce mai un attimo di sosta. E nella sua Bergamo che lo vide operoso e attivo si spense il 7 agosto 1980.LA MOSTRA«Quando, nel 1946, l’industriale-mecenate Luciano Rumi decise di mettere a disposizione di alcuni ceramisti bergamaschi un capannone e alcuni forni della propria fonderia, aveva concorso a rigenerare il gruppo “Arte e Artigianato Orobico” – spiega Fernando Noris, storico dell’arte e curatore delle mostre alla Sala Manzù e allo Spazio Viterbi -. Ne facevano parte, tra gli altri, Franco Normanni, Domenico Rossi, Mario Cornali, Attilio e Claudio Nani, Piero Bassi. L’esperienza si esaurì nel 1953, dopo positive esposizioni degli artisti alla Galleria “La Rotonda” di Bergamo, alla Triennale di Milano del ’51 e la richiesta di opere da parte del Victoria and Albert Museum di Londra».Suo fratello Donnino Rumi, all’epoca, aveva quarant’anni, ed era all’incirca coetaneo della maggior parte degli artisti che frequentavano l’azienda paterna, alla quale egli forniva il contributo della propria creatività modellando in creta telai, serbatoi e carenature, per poi dotare, con raffinati profili cromati, le motociclette della casa. Con i suoi studi all’Accademia Carrara, aveva anticipato di qualche anno la presenza di alcuni di quegli artisti e deve avere seguito con curiosità i loro slanci tesi a sprovincializzare l’arte locale, mediante una intelligente attenzione a quanto avveniva nella vicina Milano, ma, soprattutto, per quanto riguardava la ceramica, riconduceva alle imprescindibili novità di Picasso, di Mirò, oltre che degli italiani Manzù, Afro, Melotti, Fabbri, Consagra, De Pisis, Lucio Fontana”.La mostra in allestimento alla Sala Manzù, attraverso una selezione di opere concordata con il figlio Achille, presenta qualcosa di questo lungo viaggio dell’artista, nel segno di un doveroso omaggio a uno dei protagonisti maggiori del nostro Novecento.INFORMAZIONI UTILILa mostra resterà aperta dal 29 agosto al 28 settembre con ingresso libero e con apertura, da lunedì a sabato dalle 16 alle 19, e domenica e festivi dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.(21/08/2008)

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