«Madre Coraggio», il terrore regola di vita

«Madre Coraggio», il terrore regola di vitaMariangela Melato sarà protagonista venerdì al teatro cittadino con lo Stabile di Genova

Qualche anno fa un critico - uno dei più grandi, Nicola Chiaromonte - scrisse che Madre coraggio di Bertolt Brecht, al di là di ogni intenzione dell’autore, è soprattutto la lucida rappresentazione della disperata, egoistica condizione umana. Probabilmente per questo Madre coraggio , se non ha suscitato negli spettatori la forza di cambiare il mondo, mantiene presso di essi una sorta di fascino ipnotico. Per questo non si contano più le sue messe in scena, tra cui quella che, prodotta dallo Stabile di Genova e diretta da Marco Sciaccaluga, approda al Donizetti venerdì prossimo.

Questa versione di Madre Coraggio è una produzione molto ambiziosa, degna di uno dei migliori Stabili italiani, uno dei pochi ancora in grado di mantenere alto il livello di qualità. La versione italiana è di Saverio Vertone, le musiche sono di Paul Dessau (che per Brecht musicò Die Verurteilung des Lukullus , nel 1951, e Puntila, 1966) rivisitate da Carlo Boccadoro (che qualche anno fa fu a Bergamo per il «Teatro delle novità», con il suo La donna nel quadro ). È uno dei migliori musicisti teatrali italiani. Le scenografie sono di Matthias Langhoff, già allievo del Berliner Ensemble (fondato da Brecht nel dopoguerra), poi direttore della Volksbühne di Berlino Est e attivo in Svizzera e Francia. È uno dei più importanti registi europei. D’eccezione è anche il cast, imperniato su Mariangela Melato, affiancata da Miodrag Krivokapic, Ugo Maria Morosi, Frédérique Loliée, Roberto Alinghieri, Riccardo Bellandi, Massimo Brizi, Aleksandar Cvjetkovic, Rachele Ghersi, Andrea Nicolini, Ernesto Rossi, Federico Vanni.

Brecht completò la stesura di Madre coraggio e i suoi figli nel 1939, durante l’esilio in Svezia. Lì, presentendo la catastrofe imminente, o rielaborando le ragioni della propria militanza politica, ebbe l’idea di ambientare uno spettacolo nella fase più acuta della Guerra dei Trent’anni (1618-1648). Quella guerra aveva ridotto la Germania in rovina, stremato l’Impero e la Spagna, inghiottito due generazioni di uomini e donne. Era il paradigma dell’orrore e dell’insensatezza. Era il terrore eretto a regola di vita.

In questo incubo, Brecht calò il suo personaggio più celebre: Madre Coraggio , che trascina la carretta con la merce da vendere, nell’illusione di partecipare al grande affare della guerra. Perché non dovrebbe trarne anche lei la sua fetta di profitto? Il dramma demistifica la «macchina bellica», svelandone la natura affaristica. Ma denuncia impietosamente anche le velleità della gente comune, che sposa gli interessi dei «grandi» pensando di averne vantaggi, finendone invece stritolati. Madre Coraggio perderà i suoi figli, i soldati la vita. L’umanità perderà se stessa. E il dramma - non la tragedia: qui non c’è, non può esserci catarsi e, dunque, non può esserci purificazione - continua.

Informazioni utili

Dal 12 al 21 dicembre, alle ore 20.30 (domenica 15.30).

Ingresso euro 26/10, ridotti 18/6, over 60, under 25 e Giovanicard 10/4.

http://teatro.gaetano-donizetti.com, Tel. 035/4160611(10/12/2003)

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