Mina, il nuovo album è «napoletano»

Assente dall’estate del 1978, Mina Mazzini manda messaggi con puntuale regolarità. Non passa anno che, in autunno, non si faccia viva con un disco nuovo, qualche volta due a distanza di qualche mese. Non si vede, ma c’è, e questa è una certezza consolante.

Titolo dell’album «A prescindere»: «Napoli secondo estratto», smorfioso ammiccamento ad una tradizione di gioco popolare che sotto il Vesuvio accende mille passioni.

Mina torna sui suoi passi: nel 1996 aveva già licenziato un album in stile, «Napoli», sempre in bilico tra l’antico e il moderno. Nell’occasione però la sfida è ancora più aperta e va a toccare i limiti estremi del classicismo napoletano: «Te Voglio bene assaje», «’O sole mio», «I’ te vurria vasà!», in grande spaccata da Gaetano Donizetti a Eduardo Capua.

Mina da una parte strizza l’occhio al compianto Sergio Bruni (che se n’è andato a giugno di quest’anno), interpretando «Carmela», una canzone scritta nel 1975 e rubata all’album «Levate ’a maschera Pulcinella», dall’altro prende a braccetto «Napule è», primo scampolo del «napolitan sound» di Pino Daniele. «Cu ’e ammane» è l’unico brano inedito della raccolta.

L’hanno scritto per Mina gli Audio 2, Gianni Donzelli e Vincenzo Leomporro, il duetto battistiano che ha già donato alla preziosa cantante una valanga di successi.

I pochi detrattori diranno che questa volta Mina Mazzini si è fatta sopraffare dalla pigrizia, perché non ha osato mettersi in gioco sul viale delle novità, ma la risposta a tutti quanti è rinchiusa nei solchi dell’album e nell’equilibrio delle interpretazioni.

Gli archi e l’orchestra sono affidati alla direzione e all’arrangiamento dell’immancabile Gianni Ferrio, il resto del suono è affidato ad un quartetto di jazzisti: Danilo Rea al pianoforte, Andrea Braido alle chitarre, Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria. Al clarinetto da ricamo c’è l’ottimo Gabriele Mirabassi. Tutti lavorano all’idea di un disco senza tempo, lontano dalle mode, affatto riconducibile ad un «modo» che non sia quello assolutamente unico di Mina.

(14/11/2003)

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