«SdisOrè» di Testori a Treviglio e Bergamo

Dal milanese famigliare e fraterno di Franco Loi alla scoppiettante, opulenta, impossibile lingua inventata da Giovanni Testori. La rassegna «DeSidera» propone, dopo «Vòltess» di Tommaso Leddi e Umberto Fiori, dedicato alle poesie di Loi, una doppia replica di «SdisOrè», uno degli ultimi lavori di Testori, nella versione prodotta un anno fa da Teatridithalia, con Ferdinando Bruni e la regia di Francesco Frongia. Lo spettacolo è in scena stasera - mercoledì 10 marzo - al Teatro Filodrammatici di Treviglio e domani - giovedì 11 marzo - al S. Giorgio di Bergamo.

«SdisOrè» è uno degli ultimi testi dello scrittore milanese. La prima risale al 1991, allora con l’interpretazione di Franco Branciaroli. Fu il ritorno, per certi versi, al clima estetico e linguistico della trilogia degli scarrozzanti degli anni ’70: Ambleto, Macbetto e Edipus. Come allora - e come in Sfaust del 1990 - si tratta della riscrittura di una tragedia del cosiddetto grande repertorio, nella fattispecie l’Orestea di Eschilo, uno degli eventi fondanti la civiltà occidentale.

La vicenda di Oreste, che torna in patria per vendicare il padre Agamennone, ucciso dalla madre Clitemnestra, viene rinnovata attraverso la mobilissima lingua testoriana, impasto di dialetti milanesi-brianzoli, latinismi, termini italiani deformi o traslati. La deformazione grottesca e le variazioni apportate al soggetto (Oreste giunge a rifiutare ogni assoluzione e conciliazione, a differenza del modello eschileo) riplasmano in modo radicale il mito classico. L’interesse per un testo relativamente poco noto dell’opera testoriana si somma qui alla presenza di uno degli attori più vigorosi della nostra scena.

Informazioni utili

Inizio ore 21. Ingresso libero.

Info: www.centrorezzara.it, tel. 035/243539.

(10/03/2004)

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