Super Mario Bros compie 30 anni
E un siriano lo «usa» per i profughi

Un videogioco diventato virale in rete: si chiama «Mario il rifugiato», e mostra un profugo siriano che intraprende un pericoloso viaggio verso l’Europa

Il compleanno di Super Mario è domenica: il 13 settembre 1985 uscì in Giappone per la console domestica Famicom (Nintendo Entertainment System in Usa ed Europa) «Super Mario Bros» di Shigeru Miyamoto, gioco che recuperava un personaggio degli arcade già introdotto 4 anni prima come carpentiere Jumpman in «Donkey Kong» e poi ribattezzato e trasformato in idraulico in «Mario Bros» del 1983. L’arrivo nel 1985 di «Super Mario Bros» non segnò quindi tanto la nascita dell’icona, quanto la sua affermazione globale attraverso un successo da 40 milioni di copie vendute in un’epoca pioneristica per il videogaming domestico, e di fatto diede il via a una nuova fase del mercato che dagli 8-bit è arrivata fino a oggi.

Talmente attuale che un giovane siriano ha creato un videogioco diventato virale in rete: si chiama «Mario il rifugiato», e sulla falsariga delle avventure di Super Mario Bros mostra un profugo siriano che intraprende un pericoloso viaggio dal proprio Paese verso l’Europa. La grafica e lo stile ricalcano le avventure del celeberrimo idraulico italo-americano. Invece di saltellare su funghi e caverne, per correre a salvare una principessa in difficoltà, «Mario il rifugiato» incontra contrabbandieri e la polizia di frontiera ostile, che vuole arrestarlo ed impedirgli di raggiungere l’agognata bandiera azzurra con le 12 stelle, simbolo dell’Ue.

Il percorso virtuale ricalca quello delle centinaia di migliaia di migranti in fuga attraverso il Mediterraneo, dalla Turchia alla Grecia e poi verso l’Europa orientale per la Germania.«Molti dei miei amici sono fuggiti in Europa e parlando con loro mi è venuta l’idea del video” che sta spopolando su Youtube, ha spiegato il 29enne Samir Al-Mufti (che usa uno pseudonimo per motivi di sicurezza), rifugiato a sua volta in Turchia dopo la morte di due fratelli nella guerra civile siriana.

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