I 25 agenti di polizia locale più bravi
Anche un italo-brasiliano di Dalmine

Non è stato scelto un giorno qualunque per celebrare i 25 «migliori» agenti di Polizia locale che, fra il 2012 e 2014, si sono particolarmente distinti per meriti di servizio.

C’è anche un bergamasco. È l’agente scelto di polizia locale (di Dalmine) Marcelo Seraphila d’Horta. Ecco la motivazione per un intervento risalente al 2013: «Al termine del servizio, mentre si recava a casa, prontamente interveniva, praticando un massaggio cardiaco su un individuo di sesso maschile riverso al suolo, riuscendo a rianimarlo». Si tratta di un italo-brasiliano, ex agente della polizia militare di San Paolo del Brasile.

Nella splendida cornice di Villa Estense, a Varese, insieme all’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, sono state numerose le personalità che hanno voluto portare il proprio saluto proprio nel giorno in cui si festeggia San Sebastiano, il patrono degli agenti di polizia locale e dei loro comandanti, ufficiali e sottufficiali. Fra questi, il prefetto Giorgio Zanzi, il sindaco Attilio Fontana e il consigliere regionale Luca Marsico.

«Sono felice di incontrarvi in occasione della prima “Giornata della Polizia locale regionale” - ha esordito Bordonali -, una giornata che diventerà itinerante e ci porterà in tutte le province, perché riteniamo fondamentale riconoscere le peculiarità di tutti i territori e comandi. Con il presidente Maroni abbiamo voluto rendervi omaggio per i vostri interventi straordinari e quindi ringraziarvi a nome di tutti i lombardi».

«Vi siete comportati da veri eroi. Avete salvato vite umane, mostrando straordinario coraggio e sprezzo del pericolo - ha continuato Bordonali -. Liberare persone anziane da edifici in fiamme, arrestare rapinatori, evitare suicidi o gettarsi nel lago per salvare una donna intrappolata nella propria macchina compete solo a persone straordinarie».

L’assessore, nel ricordare quanto la tutela di questo stia a cuore alla Giunta, ha fatto cenno alle importanti novità introdotte con la Legge regionale recentemente approvata, con l’obiettivo di offrire un servizio uniforme su tutto il territorio. «Abbiamo promosso le aggregazioni - ha spiegato -, abbiamo voluto che i nostri 9.000 agenti, che lavorano in 1.000 Comandi, diano risposte sempre più efficaci. Ci siamo però resi conto che la nostra Legge è ancora poco rispetto a quello che vi è dovuto. Avete necessità e urgenze che non possono più aspettare. Per questo abbiamo proposto una riforma a livello nazionale: la presenteremo a tutte le altre Regioni, per trovare chi, come noi, crede alla ridefinizione di compiti e funzioni».

L’idea è quella di arrivare a un «contratto di lavoro nuovo, autonomo e assimilato a quello delle forze dell’ordine e non del comparto pubblico». Un contratto che abbia profili previdenziali e assistenziali equiparati a quelli delle forze dell’ordine. «Quello che fate - ha aggiunto - e i riconoscimenti di oggi lo dimostrano, è assolutamente assimilabile a quello che fanno le forze dell’ordine».

In questo percorso c’è anche un altro step. Ed è quello di far sì che anche gli agenti della Polizia locale possano accedere al sistema di indagine Sdi e ai database del Viminale. «Quotidianamente - ha fatto notare Bordonali - contribuite all’implementazione dei dati in possesso del Ministero, sarebbe quindi opportuno che poi possiate anche accedervi, per aumentare il controllo del territorio, a maggior ragione in questo momento di grande insicurezza». Oggi, infatti, la Polizia locale, ad esempio, nel momento in cui ferma un’auto, può solo chiedere patente e libretto al conducente, senza sapere se questo sia incensurato o un pericoloso criminale. «Abbiamo già pronto un Protocollo d’Intesa - ha detto ancora l’assessore - e auspichiamo che il ministro Alfano lo firmi al più presto. E questa proposta è stata inserita all’interno della bozza di riforma della Legge nazionale».

«Voglio ricordare anche i vostri colleghi che, nell’esercizio delle proprie funzioni, hanno perso la vita. Pochi giorni fa - ha concluso l’assessore - abbiamo ricordato Nicolò Savarino. Non basta la commozione e non bastano le parole. Noi rappresentanti delle Istituzioni abbiamo il dovere di tutelarvi, affinché migliorino le vostre condizioni di lavoro, perché non è ammissibile che i vostri diritti siano diversificati da quelli delle altre Forze dell’ordine».

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