Non può camminare ma nella vita «corre»
«Vegetale? No, sono un carro armato»

Eleanor Roosevelt, first lady statunitense e celebre attivista sul fronte dei diritti femminili, diceva che «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni». Anche quando sembrano impossibili, aggiungiamo noi, ed è questo che leggiamo nella storia di Erica Villa, 24 anni, di Treviolo, una ragazza coraggiosa, che non si arrende mai.

Tra i suoi desideri più segreti c’era quello di correre una maratona, ma non osava confessarlo a nessuno: può sembrare un traguardo troppo ambizioso per lei che dalla nascita non può camminare. Nella vita, però, ci sono motori potenti, come l’amicizia, che possono superare qualsiasi ostacolo, compresi i limiti fisici. Poco più di un anno fa Erica ha incontrato Fabio Marcassoli, 39 anni, campione italiano di kick boxing e savate (boxe francese). Era una momento molto triste per entrambi: dovevano dire addio a un amico comune, Gianluca Plebani, ucciso a 21 anni da un tumore. Fabio quel giorno ha aiutato Erica a scendere le scale, l’ha ascoltata e confortata. È nata così una bella amicizia, che si è trasformata a un certo punto in un singolare sodalizio sportivo. «Fabio ha deciso di aiutarmi a realizzare il mio sogno – dice Erica –. Ci ha dato una mano anche il papà di Gianluca, che ha un’officina, e ha modificato la mia sedia a rotelle per renderla più maneggevole e adatta alla corsa». Sono bastati una ruota in più e un manubrio, perché «quelle professionali costavano troppo».

Fabio ha aggiunto la corsa alle sue sedute di allenamento, e così nel settembre scorso sono scesi in pista insieme per la Mezza Maratona «Città dei Mille» di Bergamo. Hanno percorso dieci chilometri in poco più di quarantacinque minuti, piazzandosi alla fine al settantasettesimo posto della classifica generale. Erica ha pubblicato il video del momento in cui taglia il traguardo sul suo profilo Instagram e ogni tanto lo riguarda: nelle giornate no, che capitano a tutti, è un antidepressivo molto efficace.

«È stato bellissimo – ricorda Erica –. Ero emozionata, la gente ci applaudiva e ci incitava. Davvero per una volta mi sono sentita come se potessi usare le mie gambe». È stata solo la prima tappa: Fabio sta proseguendo gli allenamenti, perché correre spingendo una carrozzina non è uno scherzo, ma intanto con Erica progetta nuove sfide. Alla prossima Maratona di Bergamo, per esempio, vorrebbero allungare il tragitto a 21 chilometri. «Ci piacerebbe poi tentare la 27 chilometri tra Lovere e Sarnico – aggiunge Erica, e le brillano gli occhi –. Il nostro sogno proibito ora sarebbe quello di partecipare alla maratona di New York, un bellissimo viaggio, ma avremmo bisogno di trovare qualche sponsor, da soli non ce la facciamo».

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