Donare il cordone ombelicale:
una campagna di Avis e Riuniti

«Il dono del sorgere della vita»: è il progetto che vede in campo l'Avis provinciale bergamasca e gli Ospedali Riuniti di Bergamo per sensibilizzare l'opinione pubblica e incentivare l'accesso alla donazione del cordone ombelicale. Un progetto su un gesto che è un dono di altruismo: quello della neomamma che dona il sangue ombelicale per offrire in questo modo le cellule staminali emopoietiche di origine midollare che possono salvare molte vite a persone malate di leucemia, linfomi e mielomi.

Il sangue ombelicale, infatti, è ricco di cellule staminali ematopoietiche in grado cioè di autoriprodursi e di generare i globuli rossi, bianchi e le piastrine che costituiscono gli elementi fondamentali del nostro sangue: donare il sangue del cordone è un gesto che non costa nulla, non comporta alcun rischio e permette a chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile di poter essere sottoposto a un trapianto di cellule staminali, in grado di rigenerare il midollo osseo e tutto il sistema immunitario.

Il sangue donato dal cordone, dopo analisi e controlli, viene depositato in apposite banche. In Lombardia quelle autorizzate sono solo due, a Pavia e a Milano: tra queste la Milano Cord Blood Bank, banca del sangue placentare che dal 1992 raccoglie le unità di sangue ombelicale provenienti dai principali ospedali lombardi. La Lombardia tra l'altro ha il record di raccolta in Italia con 7.800 sacche su un totale di 28.400 in Italia. Va detto che in Italia, a differenza di altri Paesi europei, è proibita la conservazione (o congelamento) del cordone per utilizzo personale, mentre è permessa la donazione altruistica (nelle banche pubbliche ed è gratuita), ma anche quella dedicata (qualora esista la necessità di curare il proprio bambino o un suo consanguineo o un membro del nucleo familiare affetto da una malattia per la quale risulti appropriato l'uso di staminali da sangue cordonale; anche questa è gratuita ma è richiesta una apposita autorizzazione della Regione).

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 4 settembre

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