Intubato 49 giorni, a casa il dottor Accardi
«Non volevo fermarmi, visite a domicilio»

Contagiato dal Covid: in ospedale da inizio marzo. «Incredibile l’abnegazione di tutto il personale. Ora dovrò stare fermo altri sei mesi, ma per me sarà difficile».

Dopo quasi quattro mesi tra ospedali e clinica, Sergio Accardi, 61 anni, geriatra, medico di base a Zogno dal 1997, è finalmente tornato a casa.

Ma il recupero sarà lungo. Ci vorranno almeno altri cinque o sei mesi. Accardi, conosciutissimo a Zogno e in Valle Brembana - anche perché dopo un infarto nel 2012, quattro anni dopo è riuscito a portare a termine il Cammino di Santiago – era rimasto contagiato dal Covid-9 probabilmente tra fine febbraio e inizio marzo.

«La pandemia era iniziata – ricorda ora al telefono da casa, con una voce abbastanza flebile - ma io non volevo abbandonare i miei pazienti: così ho continuato a visitare in ambulatorio e a domicilio».

È in quei giorni che Accardi si ammala. A inizio marzo viene portato all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, passa due giorni in pronto soccorso, poi qualche ora nel reparto Infettivi e, dal 6 marzo, in Rianimazione. «Ricordo quel momento – dice ancora -. Mi dissero: “Se vuoi tentare di sopravvivere dobbiamo intubarti”. Nel 2012 avevo già avuto un infarto ed ero stato in Rianimazione per 41 giorni. Anche questa volta ho dovuto accettare».

Da allora ricorda pochissimo di quei giorni, alcune volte cosciente altre no. «Ma anche quando ero sveglio – continua – ero preda di allucinazioni. Continuavo a chiedere di una mia paziente che credevo morta per il Covid. Quando sono rientrato a casa mi ha mandato un messaggio. Evidentemente era viva».

La tempra di Accardi è dura: rinato dopo un infarto anche questa volta ce la fa.

«Di quei giorni – prosegue il medico, figlio di un dottore anche lui a Zogno – ricordo l’incredibile abnegazione del personale, ovviamente quello medico, ma anche infermieri e ausiliari. Tutti. A ripensarci mi vengono le lacrime agli occhi. Ricordo i ragazzi specializzandi in medicina: tutti bravissimi. Una cosa che rassicura per il futuro».

Uscito dal reparto di Rianimazione, Accardi fa ancora una quindicina di giorni in terapia Subintensiva, quindi esce dal «Papa Giovanni XXIII» per una ventina di giorni di riabilitazione alla clinica Quarenghi di San Pellegrino. E, da sabato scorso, finalmente a casa. Centinaia i messaggi che ha ricevuto da cittadini di Zogno,da pazienti e dall’Amministrazione comunale per il suo rientro. «Sei il nostro superEroe, ti rialzi sempre«, scrive l’assessore Giampaolo Pesenti. E un grande striscione lo ha accolto fuori casa. «Bentornato Sergio».

«La ripresa sarà comunque lunga – prosegue il medico - . Sono tornato a camminare da circa due settimane, e ci vorranno almeno cinque o sei mesi di stop. Cosa che mi dispiace molto, perché l’inattività non fa parte del mio vocabolario. Ma, vedremo, anche quando dovetti fermarmi per l’infarto avrei dovuto riprendere dopo un anno. Dopo qualche mese, invece, ero già in servizio».

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