Difesa ok e niente cali
Ma ancora pochi tiri

Magari non entusiasmerà gli esteti del calcio (non lo fa nemmeno l’Inter che è primissima a suon di 1-0 e con un gioco men che mediocre...), ma l’Atalanta di mister Reja - dopo il colpaccio di Empoli - si è trasferita nella parte sinistra della classifica e ha raddoppiato i punti che aveva conquistato nella prime cinque giornate la squadra nerazzurra 2014/15: 8 a 4.

I bergamaschi hanno staccato la concorrenza: l’Empoli è a -4, Bologna e Verona a -5, Carpi a -6 e Frosinone a -7. Parliamo della squadre che alla vigilia del campionato rientravano nel lotto di quelle che probabilmente avrebbero lottato per non retrocedere. L’unica che non c’è più è il Chievo, addirittura in quarta posizione con 10 punti, ma anche l’Atalanta è sulla buona strada per dire addio ai timori di ripiombare nell’incubo dello scorso anno.

Stavolta non ci sono tre club virtualmente destinati alla serie B com’erano Parma (per via del fallimento), Cesena e Cagliari, ce ne sono soltanto due (Carpi e Frosinone), ma c’è una serie di squadre in affanno e non è escluso che qualche compagine blasonata possa avere guai seri. L’Udinese di Colantuono, dopo l’exploit contro la Juventus dell’esordio, ha rimediato quattro ko di fila e il Genoa sta arrancando, stavolta l’ennesima rivoluzione del presidente Preziosi potrebbe rivelarsi un flop. Accanto a loro c’è un Verona massacrato da una serie impressionante di infortuni (Toni e Pazzini sono ko, è come se l’Atalanta avesse Pinilla e Denis ai box), un neopromosso Bologna che non sta carburando nonostante si sia rinforzato abbastanza e un Empoli che contro l’Atalanta ha dimostrato di dipendere totalmente dall’estro di Saponara.

Naturalmente è molto presto per emettere sentenze, stiamo parlando di tendenza e la tendenza dice che l’Atalanta per il momento ha ben dieci squadre alle sue spalle e non ha rebus impossibili da risolvere. Ricordiamo che si è arresa all’Inter soltanto al 93’, ha superato in scioltezza il Frosinone, stava per vincere a Reggio Emilia contro un Sassuolo che è terzo ed è stato riagguantato dal Verona al 97’ prima di castigare Empoli (che aveva spaventato il Milan e costretto il Napoli al pareggio) sfoderando una praticità sconosciuta.

La tre principali lacune evidenziate dell’Atalanta nelle prime giornate sono stati i blackout in difesa, il calo di concentrazione nel finale e un gioco non produttivo in attacco. A Empoli il reparto arretrato è stato quasi sempre inappuntabile, il tandem Toloi-Paletta potrebbe diventare un punto di forza della squadra, e la flessione non c’è stata (non dite che quando è stato esposto il tabellone elettronico con i 6’ di recupero non siete rabbrividiti..). Per la verità qualche crepa in volata si è creata, ma per fortuna è intervenuto San Sportiello e l’arbitro su un possibile rigore per l’Empoli ha preferito sorvolare.

L’unico punto debole che si è ripresentato è stato il numero estremamente scarso di tiri scoccati verso la porta avversaria. L’Atalanta ha vinto concretizzando l’unica seria palla-gol costruita. È strano che sia così perché Moralez e Gomez stanno giocando bene e al centro dell’attacco c’è un giocatore di valore come Pinilla. Il problema è che Maxi e Papu si sacrificano molto dando una mano anche in fase difensiva e lo stesso Mauricio tende a rientrare. Inoltre i centrocampisti, che pure stanno offrendo un rendimento positivo, non sono ancora efficaci nelle incursioni verso l’area rivale e nel dare la palla giusta in fase di rifinitura. C’è inoltre un po’ di timidezza nell’affondare i colpi e così la manovra offensiva non si rivela graffiante come dovrebbe.

Ma ripetiamo, vedendo il gioco assolutamente sparagnino dell’Inter, la crisi nera che stanno attraversando diversi squadroni metropolitani e le enormi defaillance che assillano molte concorrenti dei bergamaschi, teniamoci stretta l’Atalanta che mister Reja sta guidando in modo assolutamente coerente e con scelte anche coraggiose escludendo big che per il momento non danno evidentemente al tecnico le giuste garanzie.

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