Squadra sconcertante
Urge cambiare registro

Beh, lo sconcerto è evidente se si ripensa alla non prestazione dell’Atalanta a Cagliari. Si sperava che il trittico abbordabile potesse dirci che i nerazzurri non sono una squadra che deve lottare per la salvezza, e invece al primo scoglio la barchetta bergamasca è colata a picco senza opporre la minima resistenza. Alimentando molte perplessità su una risposta positiva a breve sul fondamentale argomento.

C’è da dire che il club sardo è più insidioso di Palermo e Crotone, prossimi rivali dell’Atalanta, ma parliamo pur sempre di una matricola che in precedenza aveva raggranellato soltanto un punticino e lamentava qualche guaio di schieramento. Alla vigilia Gasperini aveva manifestato disappunto nel sentire come le squadre avversarie di turno considerino l’Atalanta la rivale giusta per rilanciarsi e aveva espresso l’urgenza di progredire in credibilità attraverso un colpo esterno per dare una svolta al campionato. E invece il Cagliari ha sfruttato proprio l’inconsistenza dei nerazzurri per banchettare al Sant’Elia e sbloccarsi. È stato un disastro, lo ribadiamo. Non diciamo che l’Atalanta è disastrosa in generale, ma lo è stata a Cagliari , impossibile negarlo.

La difesa è la più perforata del campionato, in quattro giornate ha incassato 10 gol e a Cagliari si sono rivisti i clamorosi svarioni, di reparto e dei singoli, che già avevano affondato la squadra contro la Lazio all’esordio. È la terza volta su quattro che Gasperini opta in partenza per la difesa a tre ed è la terza volta che deve cambiare strategia in corso trasformandola in linea a quattro, in Sardegna addirittura dopo appena 8’ (e sotto di un gol). Non abbiamo nulla contro la difesa a tre (qualche dubbio sui giocatori adatti a interpretarla sì), ma che senso ha perseverare nel riproporla se è palesemente inadeguata, almeno per il momento? È vero che a Cagliari la barchetta atalantina ha continuato a imbarcare acqua anche con la difesa a quattro, ma non è escluso che il repentino cambiamento abbia subito scombussolato il progetto tattico determinando il caos.

Se la difesa piange, l’attacco non ride. In terra sarda l’Atalanta non ha prodotto nulla di pericoloso e Paloschi - al di là del rigore fallito - ha ribadito di essere ancora un corpo estraneo in un reparto che comunque sta stentando molto ad amalgamarsi e a diventare efficace. Di incisivo di Paloschi in quattro giornate ricordiamo soltanto la traversa contro la Lazio. Ma non è soltanto colpa sua. Non possiamo infatti scordare che pure Gomez, il giocatore-chiave dei bergamaschi, sta offrendo un rendimento inferiore alle sue potenzialità e si vede a sprazzi. Latitano i gol delle punte, siamo fermi all’acuto di Petagna contro la Lazio, ed è una lacuna gravissima, che alla lunga si paga.

Se i difetti di difesa e attacco si erano già palesati, a sconcertare di più è stata l’arrendevolezza con la quale i giocatori atalantini hanno alzato bandiera bianca, travolti da Borriello, Sau, Joao Pedro che sembravano Suarez, Neymar e Messi.... In pratica la squadra nerazzurra non ha giocato, nella ripresa non ha tirato in porta nemmeno per errore e doveva rimontare. Se si sbaglia la partita tatticamente, non c’è l’animus pugnandi, non c’e nessuna individualità a mascherare i problemi e non si è in grado neanche di dare chiare direttive ai giocatori su chi debba calciare i rigori, non c’è alternativa alla batosta. Non c’è stato invece il problema portiere perché Berisha ha parato tutto il parabile e anche qualcosa in più, ma il tema resta scottante.

Si deve cambiare subito e radicalmente registro. Dopo quattro giornate la classifica dice Atalanta terzultima con 3 punti, Palermo penultimo con 2 e Crotone ultimo con 1. È evidente che le prossime due giornate, proprio contro i siciliani, nel turno infrasettimanale di mercoledì 21 al Comunale, e contro i calabresi di lunedì 26 a Pescara, saranno fondamentali. Sulla carta è una doppia chance che più ghiotta non potrebbe essere. Con due convincenti vittorie la débacle di Cagliari sarebbe ridimensionata e la classifica risistemata, ma ulteriori scricchiolii aumenterebbero i dubbi sulla reale forza della squadra e sulla gestione di Gasperini. Si sapeva alla vigilia del campionato che ci sarebbe voluto tempo per vedere la nuova Atalanta, ma non ci si immaginava una tale confusione.

Vedremo quale schieramento e quali giocatori presenterà il mister contro il Palermo, palesemente debole ma imbattuto in trasferta (ha strappato un punto a un’Inter in versione impresentabile e uno al Crotone nel turno scorso), ma alla 5ª giornata l’Atalanta è già con le spalle discretamente al muro: deve vincere. Possibilmente con il gioco, sicuramente con il carattere, la determinazione e la concentrazione. Perché l’Atalanta di Cagliari non la vuole vedere più nessuno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA