Troveremo acqua anche su Marte

È un pianeta che per le sue caratteristiche può essere considerato gemello della Terra, ma è disabitato e senza vita, anche se si stanno scoprendo alcune tracce di una possibile vita passata. Marte conserva tutto il mistero e il fascino che da tempo esercita sugli uomini, ma dietro la voglia di saperne di più si nasconde un’inquietudine: se una volta era davvero del tutto simile alla Terra, forse il suo desolante stato attuale rappresenta in qualche modo il destino del nostro pianeta? Di questo hanno ragionato ieri mattina il giornalista de L’Eco di Bergamo Paolo Aresi e il professor Giovanni Picardi dell’Università La Sapienza, che sta lavorando alla sonda italiana Marsis, attiva da più di un anno nello studio del Pianeta Rosso. L’incontro, uno dei tanti del fitto programma di Bergamo Scienza, si è svolto nella Sala Curò di piazza Cittadella davanti a un folto pubblico. Paolo Aresi ha aperto il dibattito mostrando una serie di suggestive fotografie scattate nelle varie missioni scientifiche: «Il punto – ha affermato il giornalista - è stabilire se esista o sia mai esistita la vita sul pianeta, e se sarà possibile, un giorno, arrivare lassù con una missione umana». Incoraggiante, anche se ancora sotto forma di ipotesi, la risposta del professor Picardi: la sonda Marsis, realizzata dall’Alenia Spazio per l’Agenzia spaziale italiana, ha infatti scoperto l’esistenza di acqua all’altezza del Polo Sud del pianeta e a circa un chilometro e mezzo di profondità. «Attraverso un sistema di onde radio la sonda ci permette di indagare sul tipo di materiale presente nel sottosuolo e su quello sulla superficie - ha spiegato Picardi - rilevando la composizione geometrica del suolo. Al momento le analisi sul ritorno di questi segnali, per quanto riguarda una zona nella parte antartica, sono compatibili con la presenza di acqua, sebbene mescolata ad altri tipi di materiali». Un riscontro del resto già ipotizzato da una serie di studi teorici che avevano collocato la presenza di acqua tra uno e 15 chilometri di profondità del sottosuolo: questa conferma potrebbe rivelarsi fondamentale anche per un’eventuale futuro sbarco sul pianeta, come ha sottolineato Aresi: «La certezza della presenza di acqua, intrappolata là sotto non si sa come, può essere determinante nel permettere all’uomo di esplorare Marte direttamente. Non dimentichiamo che una missione avrebbe la durata minima di un anno e mezzo, con viaggio di sette mesi sia per l’andata che per il ritorno».  (08/10/2007)M. Col.

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