I compagni: «Licio, ci mancheranno
il tuo ciuffo e la tua erre»

Tantissimi giovani tra compagni di classe del Lussana, amici dell'oratorio di Valtesse e del centro sportivo Rosolino Pilo, per tutta la giornata di ieri, sono accorsi alla camera mortuaria degli Ospedali Riuniti per stringersi attorno al dolore di tutta la famiglia di Marco, per tutti il «Licio».
La maggior parte di loro piange e guarda nel vuoto quasi a sperare ancora che tutto quanto accaduto non sia vero.

«Fra pochi giorni sarebbe stato il giorno del suo diciottesimo compleanno – raccontano a fatica, fra un singhiozzo e l'altro, due amiche di Monterosso –. Lo ricordiamo allegro, pieno d'iniziativa, e ben voluto da tutti. Non può essere così crudele la vita». Seduti sui gradoni della camera mortuaria fra caschi e zaini sono tutti vicinissimi. Qualcuno con la testa sulle ginocchia e le mani conserte cerca di pregare, altri offrono la loro spalla agli amici per piangere insieme e dare libero sfogo a tutto il dolore. «Spesso ci trovavamo per uscire insieme – aggiunge Davide – perché siamo amici d'infanzia. Ho saputo poco fa di tutto quello che è successo e nella testa mi stanno passando velocissimi tantissimi flash con tutti i momenti più belli che abbiamo condiviso fra cui l'ultimo Capodanno. Era un ragazzo fantastico, sempre pronto a divertirsi». Tanti ragazzi che frequentano assiduamente «il Pilo» rivivono l'incubo di un altro ragazzo scomparso in moto. L'ultimo era stato proprio il 17enne Matteo Savoldelli «Savo» - come lo chiamavano tutti - morto a cinque giorni dallo schianto lo scorso 7 agosto 2009.

«Pensavo di non dover rivivere più quei terribili attimi di un amico che perde la vita – spiega disperato Andrea, amico di entrambi – e invece si continua a soffrire. Non ha senso e non riesco a darmi spiegazioni. In questo momento sento solo i brividi sulla schiena e non ho più nemmeno le lacrime per piangere». Fra le 10 e le 11 arrivano anche tutti i compagni della quarta F del Liceo Lussana. Qualcuno ha saputo da pochissimo quanto accaduto: «Questa mattina una volta suonata la campanella abbiamo annullato le lezioni per stare vicino alla famiglia – spiega ancora scosso il vicepreside -. Compagni e professori non c'erano proprio con la testa per fare queste ore. È giusto che la classe superi questo momento difficile insieme, compatta».

Fra i compagni qualcuno cerca di ripercorrere i momenti più belli della vita condivisa con Licio fra i banchi: «Non dimenticheremo l'immancabile lattina sul banco e il ciuffo in aria – racconta Matteo – e tantissime altre cose. Ti voglio bene Marco sei sempre con me». «I tre anni passati con lui in classe sono stati i più belli – ricorda un altro gruppetto di ragazzi – è sempre stato parte della nostra vita e lo sarà sempre nel nostro cuore». Tanto cordoglio anche online sul social network Facebook, dove migliaia di ragazzi continuano a rendere omaggio all'amico scomparso martedì dedicando frasi e ricordi in sua memoria: «Licio non ci sono parole –scrive Antonio sopra a una sua foto a scuola – sarai sempre nel mio cuore.

Avrei voluto darti un ultimo abbraccio perché tu sei uno di noi. Tra gli angeli ti troverai bene ma era con noi che dovevi stare. Non ci dimenticheremo mai di te eri fenomenale, fantastico». Caterina ripensa a Licio in poche righe ma intrise di piccoli ricordi speciali: « Non dimentico il tuo sorriso, la tua risata, quella tua erre un po' strana… I tuoi pensieri e tutte le tue battute. Ti porterò sempre nel mio cuore». Una ex compagna di classe di Licio cerca risposte nella poesia «Morire a 18 anni» di Edgar Lee Masters. «La corolla della mia vita/avrebbe potuto sbocciare da ogni lato/se un vento crudele non avesse tarpato i miei petali/sul lato che voi nel villaggio potevate vedere. Dalla polvere innalzo una voce di protesta:/Il mio lato in fiore non lo vedeste mai!».

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