Abf, la nomina secondo la Cgil:
«profonda rottura col passato»

«Ad Abf c'è già un organismo di indirizzo politico ed è il consiglio di amministrazione. Il ruolo di direttore - scrive Orazio Amboni, rappresentante Cgil nella Commissione provinciale per le Politiche del Lavoro - è, invece, un ruolo tecnico per il quale devono prevalere specifiche competenze professionali, come quelle di tutti coloro che si sono avvicendati finora in quella carica, fin da quando Abf era un Centro di formazione professionale regionale. Da questo punto di vista, la nomina di Fabrizio Ferrari, preannunciata dal presidente Pirovano, segna una profonda rottura col passato».

«Nella nomina - dice Amboni - sembrano prevalere infatti altri criteri che la competenza nel campo della formazione professionale: la sua appartenenza ad un “recinto” che “sta simpatico” al presidente, criterio sulla cui serietà istituzionale è meglio stendere un velo, e la forte caratterizzazione politica del suo curricolo».

«Come già per le nomine nella sanità, anche in questa occasione l'occupazione politica di ruoli tecnici non può non preoccupare. Le aziende pubbliche, sanitarie come gli ospedali o formative come Abf, erano state create proprio per separare gli indirizzi politici dalla gestione, per dare autonomia e valorizzare competenze tecniche e capacità professionali».

ABF - aggiunge Amboni - era nata nel 2005, sulla base di un accordo sottoscritto tra la Provincia e Cgil Cisl Uil, proprio per dotare il territorio di uno strumento agile ed efficiente che contribuisse a migliorare la competitività della nostra economia valorizzando la formazione professionale dei lavoratori e dei giovani all'ingresso nel mondo del lavoro. 

«Non pare - conclude la Cgil - che le caratteristiche personali del direttore designato, così come appaiono dalle parole del presidente, siano una garanzia, proprio nel momento in cui la nostra economia avrebbe maggior bisogno di essere rilanciata e sostenuta, anche attraverso lo strumento della formazione».
 

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