«Corra in ospedale, lei è grave»
Ma gli esami sono di un altro

Adesso che lo spavento è passato ci ride sopra. Si è preso un bello spavento Sergio Finazzi, 55 anni, operaio di Chiuduno. Le sue analisi erano state scambiate per un disguido sui nomi con quelle di un'altra persona, in gravi condizioni.

Adesso che lo spavento è passato ci ride sopra e si sente quasi un miracolato, ma quando tre giorni fa ha creduto per diverse ore di essere sul filo tra la vita e la morte, a tutto pensava tranne che farsi due risate. Si è preso un bello spavento Sergio Finazzi, 55 anni, operaio di Chiuduno, quando martedì scorso ha appreso che le analisi del sangue che aveva fatto una settimana prima mostravano dei valori fuori norma che evidenziavano un'emorragia interna. Tanta paura e diverse ore passate in ospedale per nuovi accertamenti, salvo poi scoprire che le analisi erano state scambiate per un disguido sui nomi con quelle di un'altra persona.

Tutto comincia martedì mattina quando Sergio Finazzi va all'ospedale di Calcinate per ritirare l'esito dei suoi esami del sangue, prescritti dal medico qualche giorno prima per verificare la causa di un dolore al ginocchio. Ritirato il referto, senza preoccupazione alcuna, accende la macchina e va a lavorare in un comune del Bresciano, dove deve montare una struttura cucina-pizzeria in occasione della festa del patrono. Sono le 10 del mattino e in una pausa lungo il tragitto decide di accostare e dare un'occhiata ai «suoi» esami. Vedendo numerosi asterischi (indice di valori fuori norma) e non avendo nessuna conoscenza medica, telefona subito al suo medico per comunicargli i valori delle analisi. Il dottore, senza dilungarsi in troppe spiegazioni, gli dice di recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino. Sergio Finazzi però, un po' per mantener fede ai propri impegni lavorativi, un po' perché non si sente affatto male, dà poco peso alle parole del medico e non va in ospedale.

La giornata trascorre tranquillamente, senza che l'uomo avverta alcun tipo di sintomo preoccupante. Arrivata sera, Sergio Finazzi riceve la telefonata del medico che vuole accertarsi delle sue condizioni. Quando apprende che il paziente non è andato in ospedale, il medico lo ammonisce: i valori delle analisi, spiega, evidenziano una sospetta emorragia interna e Sergio Finazzi rischia di morire se non raggiunge subito un ospedale. Dopo questa brutale notizia Sergio Finazzi comprende che non è proprio il caso di sottovalutare la situazione e raggiunge l'ospedale Bolognini di Seriate, dove viene sottoposto a ulteriori accertamenti diagnostici. I valori degli esami appena fatti risultano però in netto contrasto con quelli ritirati la mattina a Calcinate: il quadro non è affatto grave come sembrava. Qualcosa non torna. Esclusa l'ipotesi di una guarigione miracolosa, si insinua il dubbio di un errore umano. Basta infatti un controllo più attento alle carte ritirate al mattino agli sportelli di Calcinate per accorgersi che quelle analisi appartengono a un altro paziente, più anziano.

Tanta paura, insomma, per un banale errore nella consegna dei referti medici. Scoperto l'inconveniente, Sergio Finazzi, che a Chiuduno è conosciuto anche come «Il Barba», ha tirato un sospiro di sollievo e ha preferito buttarla sul ridere: «Insieme allo spavento – dice il cinquantacinquenne – mi è passato anche il dolore al ginocchio per cui avevo fatto gli esami. Potrebbe diventare una nuova terapia». Un sollievo, ma anche un pensiero alla persona che invece era la titolare di quegli esami preoccupanti.

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