Avis, la storica sede di Monterosso
è diventata la Casa del donatore

«A Bergamo senza Avis non ci sarebbe raccolta e senza raccolta non ci sarebbe sangue disponibile per le strutture ospedaliere. Senza sangue non sarebbero possibili i trapianti di organi. Per questo i nostri donatori compiono un servizio indispensabile, anche se poco visibile»

«A Bergamo senza Avis non ci sarebbe raccolta e senza raccolta non ci sarebbe sangue disponibile per le strutture ospedaliere. Senza sangue non sarebbero possibili i trapianti di organi. Per questo i nostri donatori compiono un servizio indispensabile, anche se poco visibile», spiega Oscar Bianchi, presidente Avis provinciale nel giorno, sabato 1 ottobre, in cui viene inaugurata la nuova sede.

«La Casa del donatore è dedicata a tutti gli avisini che anche in questi tempi difficili hanno continuato a porgere il braccio per fare del bene. Hanno anche sopportato i disagi dei lavori, perché la struttura non ha mai chiuso. Ora è più moderna, funzionale, sicura», aggiunge Bianchi.

La storica sede al Monterosso è infatti stata completamente riorganizzata negli spazi interni con l'obiettivo di migliorare gli standard qualitativi e di sicurezza per il donatore, che si muoverà ora su un unico piano. I lavori iniziati nel 2009 hanno comportato una spesa di 2,5 milioni di euro a cui hanno contribuito anche Ubi Banca e Credito Bergamasco.

Il donatore accede alla sala di accoglienza dove attende la registrazione e la chiamata alla visita di controllo. La sala ora ampliata è dotata dei più attuali impianti di segnalazione del turno e del percorso assegnato a ciascun donatore. Il sistema di regolazione del flusso informa il donatore del tempo residuo al suo accesso al prelievo (per il sangue intero o per aferesi) e il numero della poltrona a lui destinata.

Si garantisce così il minimo numero di presenze possibili nella sala prelievi con tranquillità del donatore e serenità del personale. Il donatore è indirizzato alle sale per il prelievo del sangue intero o in aferesi (plasma o altri emocomponenti) dove sono disponibili rispettivamente 13 e 14 poltroncine.

Lungo tutto il percorso le telecamere permettono di seguire il donatore per accertarsi che stia bene. Un ampliamento è stato effettuato anche nell'area degli ambulatori (in tutto sei oltre a due salette per l'elettrocardiogramma). Inoltre dopo la sala prelievi è presente una sala di riposo per i donatori eventualmente colpiti da malore, con accesso al parcheggio per permettere l'intervento dell'ambulanza. Alla fine del percorso si trova la nuova sala ristoro con cucina. Al primo piano invece sono stati realizzati gli uffici, sanitari e amministrativi e la nuova sala convegni.

All'inaugurazione oltre ai cento labari dei gruppi Avis comunali e al presidente nazionale Vincenzo Saturni e regionale Avis Domenico Giupponi, hanno presenziato parlamentari bergamaschi e numerose autorità rappresentanti di Comune, Provincia, Regione Lombardia.

Da tutti è stato espresso apprezzamento per la generosità dei donatori, perché «il dono di una parte di sé ha un valore inestimabile». A monsignor Gaetano Bonicelli il compito della benedizione, prima del taglio del nastro compiuto da Pieralberto Biressi, presidente onorario provinciale.

I donatori bergamaschi, che sono quasi 36 mila, hanno registrato un aumento anche quest'anno: sono 1.313 i nuovi avisini, segno di una sensibilità sempre più diffusa. «Significativa anche la percentuale dei giovani donatori compresi tra i 18 e 35 anni che raggiungono circa 12 mila unità. Ma si può fare ancora molto», spiega Bianchi. La nuova sede è ormai moderna e funzionale, ma sembra mancare ancora qualcosa: «Approfittiamo della presenza dei rappresentanti del Comune per segnalare il problema della mancanza di parcheggio per i donatori», suggerisce Bianchi.

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