Traffico di droga in Val Cavallina
In cella un imprenditore di Sovere

Se sarà oppio o ecstasy lo stabiliranno gli esami cui la sostanza sarà sottoposta nei prossimi giorni, sta di fatto che i loro possessori sono finiti in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In cella un imprenditore di Sovere due bosniaci.

Se sarà oppio o ecstasy lo stabiliranno gli esami cui la sostanza sarà sottoposta nei prossimi giorni, sta di fatto che i loro possessori sono finiti in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Ad incastrare un imprenditore 51enne di Sovere, pregiudicato, e due cittadini bosniaci - un operaio 26enne e un 33enne irregolare, pregiudicato, entrambi di Rogno - sono stati i carabinieri di Clusone in collaborazione con i colleghi di Breno (Brescia).

Era già qualche tempo che i militari, indagando sul traffico di droga in Valle Cavallina, avevano individuato i due bosniaci, finiti sotto stretta sorveglianza. In particolare, i militari hanno accertato che i due avevano «base» nei locali di un ex discoteca abbandonata di Esine, rivelatasi poi essere una sorta di raffineria.

I due sono stati pedinati e spiati per qualche tempo e fino alla notte tra giovedì 20 ottobre e venerdì 21 ottobre, quando i carabinieri hanno deciso di entrare in azione a Sovere, lungo la strada statale 42, dove hanno fermato i due bosniaci che si stavano incontrando con l'imprenditore 51enne per uno scambio droga-denaro.

Sul forgone su cui viaggiavano i due, infatti, i militari hanno ritrovato 1 chilo e 100 grammi di una sostanza bianca e molliccia, risultata positiva sia agli esami sugli oppiacei sia a quelli sulle Mdma - metilenediossimetanfetamina, più comunemente nota come Ecstasy (talvolta chiamata anche MD, XTC, E, Adam), una metanfetamina dagli spiccati effetti eccitanti ed euforici, anche se non propriamente allucinogeni.

I carabinieri hanno poi perquisito le abitazioni dei tre arrestati, ma nelle case non hanno trovato nulla.

Il furgone su cui viaggiavano i due bosnaici è di una ditta di Sovere ed era in uso ai due uomini.

I tre si trovano ora nel carcere di Bergamo a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

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