Omicidio di Colognola, parla lo zio:
«Prima di uccidere rassicurò la suocera»

La madre di Romina Acerbis e quello che, di lì a poche ore, sarebbe diventato l'assassino della figlia si erano sentiti al telefono, quella mattina. «Le aveva detto che avevano intenzione di avere un figlio» ricorda Marco Acerbis, zio della vittima.

La madre di Romina Acerbis e quello che, di lì a poche ore, sarebbe diventato l'assassino della figlia si erano sentiti al telefono, quella mattina. «A mia cognata, preoccupata perché era solito riempire Romina di botte, lui aveva assicurato che non la toccava nemmeno con un dito – ricorda Marco Acerbis, lo zio della vittima –. Anzi, le aveva raccontato una situazione idilliaca, le aveva detto che avevano intenzione di avere un figlio». La famiglia della ventottenne strozzata venerdì dal marito nel suo appartamento di via Fermi a Colognola, non ha digerito le dichiarazioni di Maurizio Ciccarelli. L'uomo dopo l'omicidio s'è detto affranto dal dolore perché ha ucciso una delle due persone (l'altra è la figlia avuta dal primo matrimonio) a cui voleva bene. «Ma come si fa a dire certe cose?! – sbotta Marco Acerbis – Con che coraggio riesce a dirle uno che ha reso mia nipote una schiava, plagiandola, picchiandola a ripetizione, impedendole di vedere i genitori, di parlare con loro anche al telefono?! È amore, questo?! No, non è giusto che adesso venga a dire che le voleva bene. Lui le ha succhiato la vita, l'ha sempre trattata come una bestia. Maledetta quella volta che le ha dato un passaggio in auto, quando lei aveva solo 17 anni: da quel momento mia nipote s'è rovinata la vita».

Lo zio di Romina non crede neppure allo scatto d'ira: «È sempre stato un attore. La riempiva di botte spesso, era un violento, abituato così. Mio fratello (il padre della vittima, ndr) più volte, quando lei e il marito ancora convivevano, s'era piazzato fuori dalla loro porta e sentiva le urla della figlia. Chiamava le forze dell'ordine, ma gli veniva risposto che non potevano intervenire per questioni di privacy». Romina per due volte l'aveva denunciato, il marito violento. E aveva trovato il coraggio di separarsi quando lui era finito in cella per un furto. Ma poi Ciccarelli aveva ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute ed era tornato alla carica: da una ventina di giorni erano tornati a frequentarsi, pur continuando a vivere in case separate «Lei lo amava davvero – continua lo zio –, credeva al matrimonio e voleva un bambino. I suoi genitori le avevano fatto una proposta: vendi la casa di Colognola e comprane una a Zogno, più vicino a noi (la famiglia è di Rigosa di Algua dove oggi alle 15 si svolgeranno i funerali, ndr). Lei non ci ha pensato e quando lui è tornato alla carica c'è cascata, ha creduto che sarebbe cambiato tutto».

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